Mondo MTB

Testo introduttivo da scrivere

TIPOLOGIE di MTB

IN FUNZIONE DEL TELAIO
RIGIDA: priva di sospensioni sia all’anteriore che al posteriore.
FRONT (front-suspension/hardtail): priva di sospensione posteriore ma provvista di una forcella ammortizzata anteriore.
SOFT-TAIL: con forcella ammortizzata ed una sospensione posteriore di corsa limitata a 25/30 mm che sfrutta l’elasticità dei foderi bassi privi però di fulcri. La Cannondale Scalpel con ruote da 26″ offre invece fino a 100 mm di corsa a seconda della versione.
FULL: (biammortizzata, o full-suspended/full-suspension): provvista di sospensioni sia anteriormente che posteriormente.

IN FUNZIONE DELLE RUOTE
(N.B.: la misurazione del diametro è riferita all’insieme costituito dal cerchio ed dal copertone) Standard o 26″ o 26er: con ruote di diametro invariato rispetto alle originali e pari a 26 pollici. Sono ancora le preferite per un utilizzo in ambito tra all-mountain e DH.
29″ o 2ger: con ruote aventi diametro maggiorato a 29 pollici. Sono le più convenienti per una front e gradite da molti per una trailbike più classica. Tentano di guadagnarsi uno spazio in ambito all-mountain, ma vanno mostrando alcune limitazioni intrinseche nel loro formato.
650B o 27.5″: di più recente ingresso, hanno diametro intermedio tra le misure di 26″ e 29″ e si prefiggono di coniugare i vantaggi di entrambi i formati, ma non i limiti. Per il momento soffrono purtroppo ancora di una ridotta disponibilità di componentistica dedicata.
Miste: con ruote di diametro differente tra l’anteriore (generalmente superiore) ed il posteriore.

GEOMETRIE

TAGLIA (Size): riferita ad una misurazione della tubazione piantone (quella nella quale si inserisce il reggisella) per la quale non esiste uno standard comune ad ogni costruttore. Suggeriamo quindi di considerare sempre anche l’orizzontale virtuale, mentre tra i criteri in uso citiamo (con riferimento diretto agli incroci degli assi nel disegno tecnico):
Centro/Centro reale (Seat Tube, Center-to-Center)
Centro/Fine (Seat Tube, Center-to-End)
Centro/Centro virtuale (Virtual/Effective Seat Tube)
Tubazione ORIZZONTALE Virtuale
(Horizontal/Virtual/Effeetive Top Tube) = misura dall’incrocio dell’asse di sterzo con l’asse della tubazione orizzontale fino all’asse del tubo piantone e/o reggisella con misurazione rilevata orizzontalmente. Non ha senso in effetti considerare la lunghezza reale (Actual) di questa tubazione, in quanto legata alla sua inclinazione (sloping).
Tubazione STERZO (Head Tube): accoglie il cannotto forcella e la sua inclinazione modifica il comportamento della bici in quanto varia l’avancorsa (influenzata anche dal rake). La sua lunghezza influenza l’altezza dell’avantreno ma attenzione che rispetto al passato le serie sterzo attuali sono quasi sempre inserite nella tubazione stessa, con una riduzione degli ingombri effettivi.
CARRO (Rear-End) e/o FODERI BASSI (Chainstays): il primo indica l’insieme dei foderi bassi ed alti, oppure il forcellone tipico di alcune costruzioni a fulcro singolo, ma al tempo stesso (come per i secondi) anche la distanza tra gli assi del movimento centrale e del mozzo posteriore. A pari dimensionamento dei foderi, un carro più corto è più performante in termini di rigidezza, ma più critico negli incroci catena e più in difficoltà sul ripido in salita, specialmente per le taglie più grandi.
Altezza MOVIMENTO CENTRALE (Bottom Braehet Height):
distanza da terra dell’asse del movimento centrale. Se ridotta rende la mtb più guidabile ma a rischio d’urto di pedivelle, pedali e corone con eventuali ostacoli sul fondo. Ci sono telai che permettono di regolarla intervenendo sugli attacchi dell’ammortizzatore, oppure sostituendo i forcellini del carro, e la tendenza di questi anni è a favore di un certo abbassamento. Attenzione che invece alcuni produttori non indicano questa misurazione ma quella del DROP (7b), che altro non è che la distanza (positiva o negativa, attenzione) dell’asse del movimento centrale dalla retta che congiunge gli assi delle ruote. Retta che in una 26er si trova a circa 33 cm dal suolo ed in una 2ger a circa 37 cm.
STANDOVER: indica la distanza tra la parte superiore della tubazione orizzontale ed il terreno. Regola vorrebbe che venisse misurata a metà della tubazione stessa, cosa che non avviene però sempre e va verificata di volta in volta, se possibile.
AVANZAMENTO FORCELLINI Forcella (Rake): indica la quota di avanzamento dell’asse del mozzo anteriore rispetto al prolungamento dell’asse del cannotto forcella (ortogonalmente ad esso) ed influenza il valore di avancorsa finale.
AVANCORSA (Trail): distanza tra l’incrocio della verticale passante per l’asse del mozzo anteriore sul terreno e l’i~crocio del prolungamento dell’asse di sterzo (sempre con il terreno). E un valore determinante la risposta di guida del mezzo e va confrontato anche con la misura del PASSO (wheelbase, 11). Angoli più verticali dello sterzo e avanzamenti forcellini (ralee) più marcati ne riducono il valore e favoriscono la facilità e la prontezza di guida del mezzo a velocità ridotte (per questo motivo ci sono forcelle abbassabili in salita, che verticalizzano l’angolo di sterzo) a discapito però della stabilità a quelle più alte e della capacità di assorbimento degli ostacoli da parte della forcella. Viceversa, angoli più orizzontali favoriscono la stabilità sul veloce, a discapito della prontezza ai comandi di guida.

SOSPENSIONI

SAG: misura l’affondamento dell’unità ammortizzante con il biker in sella ed è utilizzato per la primissima taratura. Generalmente è quotato in una percentuale variabile tra 1’8 ed il 35 % per l’ammortizzatore e tra il 20 ed il 25 % (più di rado fino al 30 %) per la forcella, calcolati rispetto alla corsa effettiva.
HORST-LINK: schema di sospensione brevettato da Specialized (FSR) negli USA ed in uso nei sistemi con un carro a parallelogramma articolato anche con un fulcro secondario posteriore situato davanti ai forcellini (solidali ai foderi superiori) ed al di sotto della retta che congiunge gli assi del movimento centrale e del mozzo posteriore. Il suo utilizzo consente una costruzione potenzialmente capace di garantire il lavoro della sospensione svincolato dalle forze indotte dalla frenata e dalla pedalata.
DUAL-LINK: schema di sospensione avente il carro in un pezzo unico articolato su corti braccetti superiori ed inferiori. Di norma i superiori (spesso dei bilancieri) attuano l’ammortizzatore.
VPP/DW-LINK/MAESTRO/ecc.: ci sono ormai infinite variazioni sul tema Dual-Linh, ma l’obiettivo di tutte è quello di ottenere quanto sostanzialmente garantito dai disegni a parallelogramma dotati di Horst-Linle, con in più una risposta in pedalata superiore ed una guida esaltata da una rigidezza strutturale generalmente più elevata.
FULCRO SINGOLO (Single Pivot): schema di sospensione nel quale tra il mozzo posteriore ed il fulcro dei foderi bassi (oppure del forcellone) sul triangolo principale non siano presenti altri fulcri, nonostante l’eventuale utilizzo di foderi superiori (ovviamente non con i forcelloni) e di altre articolazioni nel cinematismo (braccetti o bilancieri, swing-linhs o rocher-arms).
PIATTAFORMA STABILE di pedalata (Stable Platfonn): sistema di frenatura idraulica in compressione sviluppato con l’intento di frenare le sollecitazioni della sospensione indotte dalla pedalata.
SQUAT/BOB/BOBBING: affondamento della sospensione all’atto della spinta sui pedali che determina una certa oscillazione ritmica (bobbing), causa di una parziale dissipazione di energia in pedalata.
BRAKE-JACK: inibizione del lavoro della sospensione posteriore agendo sul freno posteriore.
RATE: rapporto tra la corsa della ruota posteriore e la compressione dell’ammortizzatore in una sospensione posteriore, con un valore che i costruttori più raffinati fanno variare con continuità nell’arco dell’escursione, tarando così finemente la risposta del sistema. Se la variazione è in diminuzione viene identificata come Falling Rate e se in aumento come Risin<q Rate.
VALVOLA INERZIALE (Brain/Terralogic): idrauliche di controllo delle unità ammortizzanti dotate di un sistema che chiude in modo totale la frena tura in compressione in assenza di sollecitazioni che provengano direttamente dalle ruote, distinguendo pertanto tra quelle dovute agli urti e quelle indotte dalla pedalata. Offre un ciclo di apertura e chiusura dell’idraulica continuo ed automatico, nonché tarabile nella sensibilità di risposta.

COMPONENTI CRITICI

COPERTONI (Tyres/Tires): nonostante tentativi più o meno isolati (il più lodevole è quello di WTB con il GMS) non esiste purtroppo uno standard di misurazione universale che distingua la sezione della carcassa dall’ingombro in larghezza della tassellatura. In mancanza di ciò l’indicazione in pollici (per esempio 2.35″) è riferita soltanto al generico ingombro e può essere comune a gomme invece molto diverse nell’effettiva sezione della carcassa.
SERIE STERZO (Headset): gli standard attuali sono sempre più diversificati e vanno pertanto verificati con cura in funzione dei seguenti riferimenti:
Tradizionale: con calotte inserite per interferenza nel telaio.
Diametro interno del tubo sterzo 33,95 mm (1-1/8″) 049,6
mm (1.5″).
Integrata: con cuscinetti che alloggiano su sedi ricavate nel tubo sterzo di diametro interno 41,2 mm (1-1/8″) o 52,1 mm (1.5″).

Semi-Integrata/Zero-Stach: con i cuscinetti contenuti in calotte che spariscono (trattenute da un basso spallamento esterno) all’interno del telaio, inserite J.ler interferenza.
Diametro interno tubo sterzo 44 mm (1-1/8″) o 55,95 (1.5″).
Conica/Tapered: 1.5″ inferiormente e 1-1/8″ superiormente (1-1/4″ in alcune Giant), anche di tipologia mista.
PERNO PASSANTE (Thru-Axle): perno fornito dal costruttore della forcella o del telaio. Ha un diametro maggiorato rispetto allo standard e pari a 15 o 20 mm all’anteriore, anziché 9 mm, e 12 mm al posteriore, anziché lO mm. Richiede mozzi, forcelle e/o telai appositamente dedicati (o convertibili).
MOZZO POSTERIORE (Rear Hub) 142, 150 o 165 mm: battuta maggiorata rispetto allo standard di 135 mm. Attenzione che con le battute da 150 o 165 mm il carro potrebbe risultare asimmetrico e necessitare di un montaggio ruota che ne tenga conto, ma anche che il mozzo da 142 x 12 mm è proposto con standard diversi tra loro (Shimano, Syntace, ecc.) nell’accoppiamento con i forcellini telaio.

FRENI a DISCO

SPURGO freno idraulico (Bleeding): intervento di manutenzione periodicamente necessario in quanto l’olio idraulico assorbe nel tempo umidità la quale, per effetto del calore generato dalla frenata, può evaporare creando una certa spugnosità di risposta alla leva, se non arrivare al cosiddetto “Vapor-Locle” che inibisce totalmente il funzionamento del freno.
FADING: riduzione progressiva della capacità frenante a causa di surriscaldamento da utilizzi intensi e prolungati.
MESCOLA PASTIGLIE freno a disco (disc brahe pads compound) determinata sia dal legante che soprattutto dalla quantità di metallo presente in ogni tipologia:
Sinterizzata Metallica (Sintered/Metallic) = la più performante a caldo e longeva, ma anche la più costosa, soggetta ad eventuali rumorosità ed aggressiva sia sul disco (non trItti compatibili) che nel riscaldamento dell’olio idraulico.
Organica (Organic!Resin) = la più morbida e modulabilE; in frenata, anche se meno performante a caldo e nel bagnato. E preferita inoltre per silenziosità e costo inferiore.
Semimetallica (Semimetallic) = una via di mezzo tra le precedenti, pure nel prezzo.
Mista = propone più mescole nella stessa pastiglia, poste in aree comunque adiacenti tra loro, alla ricerca del compromesso ideale.
INT’L STD.: se riferito all’attacco della pinza freno identifica la sua tipologia di montaggio ed è riconoscibile per la presenza (sul telaio o sulla forcella) di due fori non filettati e con assi perpendicolari al piano ruota (interasse 51 mm). Se riferito al disco, o al mozzo, identifica invece il fissaggio del disco al mozzo stesso, realizzato mediante 6 viti.
POST MOUNT: riferito all’attacco della pinza e riconoscibile per la presenza (sul telaio o sulla forcella) di due fori filettati (interasse 74 mm) paralleli al piano ruota.
CENTERLOCK: indica il fissaggio del disco al mozzo mediante ghiera filettata.

CATEGORIE di MTB in funzione dell'utilizzo

CROSS-COUNTRY: front e full-suspended dotate di escursioni fino a 100 mm ed utilizzate su percorsi in genere scorrevoli o moderatamente tecnici. Le geometrie sono studiate per una massima prontezza di guida, che però per un normale escursionista potrebbe essere anche troppo elevata, ed una posizione in sella abbastanza allungata. La superiore attenzione al contenimento dei pesi ed alla scorrevolezza delle gomme va in genere a discapito dei margini di sicurezza e del comfort.
MARATHON e GRANFONDO: evoluzione del cross-country con distanze più elevate e quindi praticate con front (preferite le 2ger) o full-suspended dotate di escursioni intorno a 100/120 mm ed assetti meno allungati e nervosi.
TRAILBlKE/TRAILRIDE: categoria regina del mercato e composta da full-suspended con escursioni tra 120 e 140 mm, così come da 2ger front da 100 mm (per chi predilige un mezzo più racing) o 2ger full con corse da 90/110 mm (massimo 130 mm). Posizione di guida, geometrie e componenti favoriscono il comfort ed il controllo del mezzo.
ALL-MOUNTAIN ed ENDURO: full-suspended che forniscono il massimo delle prestazioni in discesa per una mtb ancora ben pedalabile in salita e pertanto utilizzate come trailbike spinte per l’esplorazione dei sentieri più tecnici. Hanno escursioni generalmente tra 140 e 160 mm, sebbene alcuni modelli si spingano anche fino a 180 mm.
FREERIDE (anche Blach-Dia.mond): mtb pensate per un massimo divertimento in discesa indipendentemente dalla velocità pura. Si tratta pertanto di mezzi ormai adatti al massimo a brevissime salite, mentre i telai e la componentistica sono molto robusti e gli assetti studiati per un compromesso ideale tra stabilità in velocità (e nel ripido) e re attività di guida (viste le ridotte andature di certi passaggi). Le escursioni ammortizzate si collocano intorno ai 170-200 mm. Diversamente dal downhill, i percorsi da freeride sono in genere sia più scorrevoli nel fondo e nel ritmo (piùflow), sia particolarmente ricchi di rampe, salti, berms (paraboliche su terra battuta) e wall (paraboliche in legno).
NORTH-SHORE: mtb adatte ad un utilizzo freeride estremo evolutosi gradualmente con l’utilizzo spinto di rampe, passerelle sopraelevate, salti, drop ed ostacoli particolarmente importanti d’ogni genere e sia artificiali che naturali, nonché tipici dell’area lungo la costa del British Columbia canadese dalla quale prende il nome la disciplina stessa.
DOWNHILL: mezzi solo e soltanto da discesa e che se una volta non guardavano assolutamente al peso, ora la tendenza si è invertita a favore della massima agilità nella guida e prontezza di accelerazione, con valori che ormai si stanno spostando verso i 16 kg delle versioni più leggere. Le escursioni ammortizzate più diffuse in quest’ambito sono in genere intorno a 200 mm, ma arrivano anche a 254 mm. Diversamente dal freeride, i percorsi da downhill presentano in genere fondi più insidiosi ed impegnativi, tra rocce, radici e cambi di pendenza.
DIRT JUMPING/URBAN/STREET/SLOPESTYLE: biciclette adatte ad evoluzioni acrobatiche che a seconda della specifica applicazione sono praticate su fondi terrosi artificialmente preparati, rampe, shate-parh o direttamente in ambito urbano. Sono quindi molto robuste e spesso anche single-speed o BMX, dal quale queste discipline hanno in effetti avuto origine. La forcella ammortizzata, se presente, ha in genere una corsa di 100 mm, ma può arrivare fino a 150 mm. Nello Slopestyle si utilizzano anche full da freeride ridotte nelle corse a circa 130/150 mm.
PUMP-TRACK: non esiste ancora un mezzo specifico (la disciplina sta diffondendosi principalmente in questi ultimi anni), ma i più adatti ad avanzare “pompando” (senza pedalare quindi) sul percorso sono quelli della categoria precedente.

Road book

Descrive dettagliatamente percorsi a piedi e in bicicletta: per ogni bivio fornisce tutte le indicazioni utili per non perdere la strada (chilometraggio, quota, descrizione, punti di riferimento) e consentono l’orientamento anche quando non è presente segnaletica dedicata. Il “roadbook” è  realizzato in formato pdf, stampabile tramite un qualunque Personal Computer.

Istruzioni per l'uso del road book

Mezzo di Trasporto
Tutti i Roadbook riguardano i percorsi o escursioni con bicicletta, a piedi o con le ciaspole., vale la regola di controllare se i percorsi hanno una lunghezza accettabile per poterla effettuare anche a piedi, o con le cisspole
Per quanto riguarda i percorsi, itinerari, tour o semplici escursioni da percorrere in bicicletta ed elencati in questa guida,  il mezzo più adatto può essere individuato come segue :
“da corsa”  adatta solo a percorsi su asfalto e per questa guida vanno individuati i percorsi all’interno delle “Escursioni” su strade asfaltate
“mountain bike” è una bicicletta adatta anche al fuoristrada più impegnativo. Con più si possiede una mountain bike professionale e con più si possono percorrere i percorsi di lunga durata e soprattutto con terreni sconnessi. Esistono molte mountain bike in commercio , e per questo motivo se non si è esperti in materia, è opportuno affidarsi ai consigli degli addetti ai lavori. La Mountain bike  è comunque il mezzo più versatile che può essere utilizzato per tutti i tipi di percorso; su asfalto è meglio utilizzare pneumatici lisci.

Varianti di Percorso
Vuol dire pensare in anticipo a sentieri o strade che sulla carta potrebbero permetterci di:
-accorciare il tracciato se la giornata sta diventando troppo lunga, trovando qui anche il possibile paese dove poter passare la notte al coperto
-valutare le posizioni di eventuali bivacchi, rifugi ecc. in caso di tempo brutto, di errori nella valutazione del tracciato, un bivio sbagliato ecc..
-Non dimenticare mai di procurarci con anticipo tutti i numeri di telefono possibili che ci potranno tornare utili compreso quello del soccorso, ricordando che anche se il cellulare ormai è indispensabile, non sempre  tra le montagne è possibile effettuare telefonate.

La descrizione dei bivi
Vengono visualizzate poi anche le descrizioni dettagliate dei bivi, più dettagliatamente ove possibile :
Numero identificativo del bivio, che serve per trovare il punto corrispondente sulla mappa o sul GPS;
Latitudine e Longitudine
distanza dall’inizio dell’itinerario
distanza dal bivio precedente
quota in metri
descrizione del bivio

Piccole informazioni
Se siamo bicicletta basta azzerare il contachilometri e valutare la distanza riportata in ogni bivio.
Se usiamo apparecchi altimetrici da polso ricordiamoci di ricalibrare l’altimetro alle altitudini che sappiamo siano corrette.

Tracce  GPS
Il formato più compatibile per tutti i GPS è il GPX
Si possono anche usare anche altri tipi di GPS, che sono utili per controllare dati sul tuo itinerario e le energie spese, mentre si possono usare i palmari PDA, su cui vengono installati appositi software.

GPS
L’uso del GPS è entrato ormai in tutte le tecnologie e ce lo ritroviamo anche su molti cellulari, spesso con risultati direi scadenti, ed una delle ragioni risiede nel fatto che il telefonino spesso perde il campo e, per i suoi limiti, produce dati inesatti e capirete presto, che se siamo in un punto difficile dove è difficile stabilire la posizione, la nostra mente andrà sicuramente a quel GPS che ci avevano consigliato il giorno prima. Quindi se l’escursionismo sarà la nostra casa per i prossimi anni, l’acquisto del GPS è senza dubbio necessario, un esempio su tutti : in caso di infortunio che non ci permette di muoverci, saremo in buone mani con un cellulare per chiamare il pronto soccorso, ma il GPS darà a loro la vostra esatta posizione con notevole risparmio di tempo. La tecnologia ci porta in avanti e i nuovi GPS possono caricare mappe topografiche, cosa che facevano i palmari muniti di software e antenna GPS, unico neo le batterie poco autonome.

Altimetria e Dislivelli
Le quote altimetriche riportate nella descrizione, sui profili altimetrici e sulle tabelle riepilogative derivano dalla tracce prodotte dai gps e per questo particolarmente precise, ma bisogna sempre tenersi un margine di errore. Evidenzio che nei road book si tiene conto del dislivello tra due punti, quindi risulta importante avere anche il dato rilevato preventivamente dai gps.
Quota massima
E’ un’informazione utile per decidere il tipo di abbigliamento. Se in inverno è d’obbligo avere vestiti pesanti usando il metodo del vestirsi ” a cipolla”, in estate è facile sbagliare i vestiti se si è in alta montagna, considerando con approssimazione che se c’è il sole siamo a posto, niente di più sbagliato: anche a quote basse la pioggia è non solo fastidiosa ma può creare sintomi di ipotermia.

Tempi di Percorrenza
I tempi si riferiscono non tenendo conto delle soste e sono da ritenersi puramente indicativi. Di conseguenza per valutare con buona approssimazione il tempo complessivo necessario per ogni giro occorrerà aumentare di almeno un quarto il tempo di percorrenza esposto nelle tabelle di base.
Si possono tuttavia fornire i seguenti dati di massima: in bicicletta su strada asfaltata piana con andatura turistica si percorrono sui 20 – 25 km all’ora; su sterrato la media diminuisce di 4-5 km/h. Su salite asfaltate del 7-8 % di pendenza l’andatura media può raggiungere i 9-10 km/h, che su sterrato si riduce di circa 2-3 km e dove il tratto risulta difficile la media si abbassa ulteriormente
Una regola dell’escursionista a piedi indica che in un percorso uguale di andata/ritorno le tempistiche della discesa risultano calcolando i 2/3 del tempo impiegato per la salita; non sempre è valido per noi perché la nostra velocità, in discesa naturalmente, sarà sicuramente superiore fino ad abbassare il dato ad 1/3. Resta il fatto che i tempi sono stati rilevati sulle indicazioni che ci hanno dato le nostre gambe, che sono le gambe di molti biker che si reputano nella media.

Considerazioni per un gita in montagna a piedi :
Sono valide tutte le variabili sopra indicate, cambiano sicuramente le velocità:
– 5 km/h in piano ed in discesa;
-3 km/h salite moderate, discese ripide, nel bosco fuori dai sentieri;
– 1,5 – 2 km/h su salite impegnative e in alta montagna.

Tipo di Fondo
La pratica del ciclo escursionismo con la mountain bike propone la scelta di itinerari di grande varietà non solo ambientale, ma anche nelle tipologie di tracciato che si vanno ad affrontare. Le cinque differenti tipologie che vi sono state riportate individuano altrettanti tipi di percorso suddivisi in base al genere di pavimentazione e alla larghezza della sede viabile. Di seguito riportiamo la legenda utile per una miglior comprensione delle caratteristiche degli itinerari

Strade Asfaltate: Costituiscono la rete viaria principale del territorio come strade statali, strade provinciali, gran parte delle strade comunali, e qualsiasi altra carrozzabile con pavimentazione in asfalto. Naturalmente la scelta degli itinerari cerca di includerle il meno possibile, non sempre è facile anche perché spesso ci si trova di fronte a cambiamenti del quale non sempre si può essere a conoscenza.
Strade Sterrate: carrarecce con fondo di ghiaia o naturale quali strade forestali e boschive, accesso a malghe, rifugi, impianti di risalita, ex militari, ecc. Di solito sono sufficientemente comode e scorrevoli e, salvo rarissimi casi, non presentano mai pendenze tali da dover scendere di bicicletta.. In certi ripidi punti esposti all’erosione possono essere pavimentate con cemento. Spesso si usano termini come strada sterrata o strada bianca, militare: indica solo che la strada non è comunque asfaltata ma che ha le stesse caratteristiche della carrareccia come la larghezza.
Mulattiere o tratturi : piste di esbosco: con fondo naturale di sassi, erba e terreno generalmente irregolare, che talvolta possono risultare non ciclabili a causa della pendenza accentuata. Oltre che per queste caratteristiche si differenziano dalle carrarecce per una limitata larghezza della sede che di rado supera i 2 metri.
Sentieri: si tratta dei classici percorsi a fondo naturale utilizzati da camminatori, escursionisti ed alpinisti. La maggior parte di essi non vengono curati e quasi sempre non vengono anche indicati da segnavia, solo in qualche caso la loro percorribilità è garantita nei pressi dei centri abitati dalle locali associazioni. La larghezza è ridotta (massimo un metro) e in molti casi pure la visibilità; inoltre possono talvolta essere esposti e al margine di dirupi. La pendenza è assai variabile andando da tratti pianeggianti ad altri ripidissimi e perciò impraticabili. Il fondo può essere scorrevole oppure ostacolato da pietre, radici, gradini rocciosi, ecc.
Tratti non ciclabili: sono presenti solitamente lungo i sentieri in salita, in alta quota, ma in qualche caso anche su mulattiere particolarmente impervie e la possibile ciclabilità dipende dai seguenti fattori :
la pendenza che se di forte entità risultano difficili da percorrere anche nei tratti in discesa, la regola che dice in discesa si corre sempre, per la mountain bike non è valida
il fondo con grosse irregolarità che non consente il normale progredire in sella.
il fondo bagnato che spesso trasforma i sentieri anche quelli praticabili in vere piste scivolose e praticabili e pericolose sia in discesa che in salita.
l’abilità di ciascuno nel controllare la bicicletta
E’ per questa ragione che questa tipologia di percorso non sempre è indicata nei rilievi altimetrici ma ne viene fatto cenno solo nelle descrizioni e nelle tabelle; viene però indicata quando il tratto non ciclabile ricopre una lunghezza rispettabile ed è giusto considerarlo perché spostano le percentuali di percorribilità alla loro giusta dimensione.

Le stagioni delle Quattro Province
Evitare di mettersi in bicicletta appena dopo una abbondante pioggia, il terreno di queste zone è argilloso , ed anche se esistono tracciati che assorbono l’acqua piovana molto più di altri, difficilmente potremo tornare a casa con bicicletta e scarpe pulite. Il web ci può dare una notevole mano per non incappare nel bel mezzo di una pioggia o nevicata.
Primavera
Ottima, le condizioni ideali, il fresco del mattino, i profumi, i colori della vegetazione che si svegliano, insomma un vero paradiso
Estate
Altrettanto ottima, nelle giornate di alta estate limitarsi alle prime ore della mattinata oppure organizzare escursioni nella parte alta del territorio
Autunno
Ottima, i colori stupendi della natura, dei vigneti e dei boschi sono delizia per i nostri occhi. Nelle zone alte si inizia a sentire il freddo ed il vento, perciò valgono le buone norme delle escursioni in alta montagna.
Inverno
Non sarebbe male se pioggia o la neve, la malta non ci dessero qualche problema; meglio aspettare che il freddo “congeli” i sentieri. Per gli amanti del “non possiamo fare a meno di andare in MTB” non sarà una novità dire che il ghiaccio è “duro” a contatto con la pelle……. quindi ridurre le velocità, ed aprire tutti gli occhi a disposizione!!!!

Il consiglio è di organizzare il tuo percorso nel periodo che scorre da primavera all’autunno, e durante il tragitto alziamo ogni tanto la testa ed ammirare non solo ciò che sta attorno a te ma anche ciò che ti circonda. Flora, fauna, paesaggi, paesi, castelli, chiese, ecc. ecc. non hanno niente da invidiare ai posti più rinomati d’Italia, che hanno solo il vantaggio di essere più sponsorizzati o richiesti dalla moda. In queste zone la buona tavola proviene dai frutti spontanei della terra o ricavati dal lavoro dell’uomo e sono un pregio ed un vanto; salumi, funghi, tartufi, formaggi vini ecc. ecc. e ricette tradizionali sono riconosciuti dalle DOP, DOC di Italia e d’Europa. Ecco perchè ti invito a consultare la pagina della Cultura dove troverai, notizie, immagini e video dei paesi, usi e costumi della gente d’Oltrepò Pavese e delle Quattro Province. Le tradizioni culinarie si mescolano con le feste, sagre, cantine aperte, che nel periodo che parte dalla primavera fino all’autunno inoltrato, abbondano per il piacere del visitatore.

NOTE TECNICHE : tutte le note tecniche qui sotto riportate provengono dai rilievi effettuati direttamente sul territorio e rilevati con il GPS, sebbene siano precisi hanno comunque un errore, e sono rilevati considerando un “biker” di medio livello. Meglio sempre consultare anche una mappa.
Tempi di percorrenza
Dato proveniente dai rilievi del GPS, esenti da soste,
Lunghezza del Percorso
Dato proveniente dai rilievi del GPS
Segnavia
Sebbene sono molti i sentieri segnati più o meno a norme CAI, la segnaletica è scarsa o se esiste è ormai obsoleta.
Dislivello
Dato proveniente dai rilievi del GPS

 

 

Difficoltà
Le tabelle riportate nelle legende sono essenziali per affrontare un tragitto, mi permetto di visualizzare un tabella molto schematica, in ogni caso voglio ricordare che le difficoltà sono puramente soggettive e hanno molte variabili, quindi consultarla ma rendersi conto sempre dei propri mezzi e capacità. Resta il fatto che la maggior parte dei sentieri non presentano particolari difficoltà, la difficoltà è sempre nella individuazione del percorso rispetto alle proprie capacità

 

MC (per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce…) o su sentieri con fondo compatto e scorrevole
BC (per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse o su mulattiere e sentieri dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza scorrevole oppure compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per es. gradini di roccia o radici)
OC (per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo molto sconnesso e/o molto irregolare, con presenza significativa di ostacoli
EC (massimo livello per il cicloescursionista… estremo! ma possibilmente da evitare in gite sociali) percorso su sentieri molto irregolari, caratterizzati da gradoni e ostacoli in continua successione, che richiedono tecniche di tipo trialistico

Per “sconnesso” si intende un fondo non compatto e cosparso di detriti; si considera “irregolare” un terreno non scorrevole segnato da solchi, gradini e/o avvallamenti.


Classi di tecnicitàCon il termine “classi di tecnicità”, si vuole differenziare l’insieme di: lettere e segni aritmetici con cui distinguere le varie difficoltà territoriali, presenti negli itinerari. Ecco nascere una lista che ci aiuterà, inserendo gli opportuni simboli nella descrizione dell’itinerario, ad aumentare il tipo d’informazioni:

 

– S = salita pedalabile. S’identifica con questa classe, quel tipo di salita sia essa in asfalto o sterrata, che si presenta regolare come conformazione del terreno, anche all’aumentare delle pendenze;

– S+ = salita con la presenza di tratti, a spingere. S’identifica con questa classe, quel tipo di salita che incomincia a presentare tratti accidentati quali sassi, radici, ecc. fino ad arrivare a tratti definiti “impedalabili” per le caratteristiche abbinate di pendenza e sconnesso;

– S++ = salita con la presenza di tratti a portare. Si identifica con questa classe, quel tipo di salita che lasciata la tipologia S- (vista sopra), ci porta a tratti quasi alpinistici, in cui si trovano passaggi molto tecnici dove le doti ciclistiche si fondono con quelle di un buon camminatore/escursionista. Non sono esclusi tratti con ferrate, corde fisse, ecc.;

 

– D = discesa pedalabile. S’identifica con questa classe, quel tipo di discesa sia essa in asfalto o sterrato, che si presenta regolare come conformazione del terreno, anche all’aumentare della pendenza;

– D+ = discesa che presenta tratti in single/track, scorrevoli. S’identifica con questa classe, quel tipo di discesa che incomincia a presentare tratti tecnici inseriti in tracciati che presentano un fondo regolare tipo sottobosco, strade militari, ecc.;

– D++ = discesa che presenta tratti in single/track, accidentati. S’identifica con questa classe, quel tipo di discesa che incomincia a presentare tratti tecnici inseriti in tracciati accidentati, tipo sottobosco con radici e sassi, strade militari con gradoni, versanti tecnici dei colli, ecc.;

 

 

Linee guida per l’assegnazione delle classi di difficoltà tecnica

TC (turistico) percorso su strade sterrate dal fondo compatto e scorrevole, di tipo carrozzabile:
rientrano sotto questa sigla tutti i percorsi che si svolgono su strade agevolmente percorribili dalle comuni autovetture: sterrati inghiaiati, tratturi inerbiti o di terra battuta senza solchi, ecc.; anche se esulano dal cicloescursionismo, si faranno rientrare sotto questa sigla le strade pavimentate (asfaltate, cementate, acciottolate, lastricate…)
MC per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce…) o su sentieri con fondo compatto e scorrevole:
tutte le strade rientranti nelle categorie di tratturi, carrarecce, piste agro-silvopastorali o di servizio a impianti, strade militari alpine ecc., che sono agevolmente percorribili da veicoli fuoristrada e non da una comune autovettura, segnate da solchi e/o avvallamenti o con presenza di detrito che non penalizza la progressione (ma che induce a cambiare la traiettoria per cercare un passaggio più agevole). Mulattiere selciate, sentieri inerbiti o in terra battuta, con fondo compatto e scorrevole, senza ostacoli (solchi, gradini) rilevanti, dove l’unica difficoltà di conduzione è data dalla presenza di passaggi obbligati che impongano precisione di guida.
BC (per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse ed accidentate o su mulattiere e sentieri dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza scorrevole oppure compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per es. gradini di roccia o radici):
strade sterrate percorribili solo ed esclusivamente da veicoli fuoristrada, dal fondo sconnesso ed irregolare, con solchi e piccoli gradini; mulattiere e sentieri che presentano un fondo sconnesso, con detrito instabile, e con occasionali e modesti ostacoli elementari (radici, gradini non molto alti, avvallamenti) mulattiere e sentieri che presentano un fondo abbastanza compatto ma con presenza significativa di ostacoli elementari, radici o gradini non troppo elevati, in generale, oltre ad una buona conduzione e precisione di guida in passaggi obbligati, è anche richiesto un discreto equilibrio
OC (per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo molto sconnesso e/o molto irregolare, con presenza significativa di ostacoli:
mulattiere e sentieri dal fondo sconnesso ed inconsistente, caratterizzati da detrito abbondante e grossolano, penalizzante la progressione, con presenza di frequenti ostacoli anche instabili (es. grossi ciottoli non fissati al terreno) oppure di ostacoli compositi e in rapida successione, che richiedono grande precisione di guida, buone doti di equilibrio e ottime capacità di conduzione a bassa velocità, senza peraltro la necessità di dover applicare tecniche trialistiche

Troviamo qui una tabella usata per i Percorsi nelle Quattro Province, frutto della sola esperienza, che compara miei dati con quelli sopracitati del CAI :

Distanza in Km

Dislivello in metri

Preparazione

Ciclabilità

da

a

da

a

CAI

0

15

0

100

minima

Itinerari facili

TC

16

20

101

300

intermedia

Itinerari medio-facili

MC

21

30

301

max 500

intermedia

Itinerari medi

BC

30

35

501

1000

avanzata

Itinerari medio-difficili

OC

36

100

1001

3000

avanzata

Itinerari difficili

EC

Dove per preparazione si intende :

minima: attività sportiva non regolare; si possono affrontare percorsi facili
intermedia : attività sportiva settimanale e regolare; si possono affrontare percorsi medio-facili. Si possono anche affrontare percorsi medio e medio-difficili facendo però notare che in caso dobbiamo affrontare un tour di più giorni sarebbe buona norma aumentare le frequenze di uscite settimanali di allenamento nel periodo antecedente alla data della partenza
avanzata : attività sportiva con più uscite settimanali integrata con attività in palestra; il grado di preparazione ci permette di affrontare percorsi difficili dove oltre alla lunghezza del percorso si uniscono anche valutazioni sul completo controllo del mezzo.

Dove per Ciclabilità si intende

Itinerari facili Non presentano alcuna difficoltà tecnica, salite e discese hanno pendenze medie, lunghezza e dislivello sono limitati. Si possono compiere in mezza giornata.
Itinerari medio-facili   Differiscono dai precedenti per una maggior lunghezza e un dislivello che, arrivando attorno al 500 metri, presuppone un minimo di allenamento. Si possono inoltre trovare brevi tratti dal fondo sconnesso che richiedono una discreta capacità di controllo della bicicletta.
Itinerari medi: Dalla estensione chilometrica che si fa più consistente per un dislivello che si aggira ai 500÷1000 metri. Oltre a presentare salite di un certo impegno, sono talvolta intervallati con tratti dalle discrete difficoltà tecniche ed il tempo di effettuazione diventa importante.
Itinerari medio-difficili:          Simili agli itinerari medi ma con lunghezze di percorso superiori e dislivelli altimetrici che superano abbondantemente i 1000 metri. Siamo già nel campo dei percorsi che richiedono buon allenamento e, soprattutto per alcuni di essi, ottime capacità di conduzione della bicicletta per superare tratti malagevoli. Cominciamo qui ad entrare nel campo delle escursioni lunghe e dei tour
Itinerari difficili:         Sono veri e propri itinerari che comportano notevole fatica fisica; si svolgono sempre in luoghi d’alta montagna, dove si possono raggiungere quote di gran lunga quote superiori ai 2000 metri, in un ambiente che richiede non solo adeguato vestiario ma anche un mezzo collaudato e dalla manutenzione sempre perfetta. Non abbiamo difficoltà nel dire che spesso si possono anche incontrare tratti pericolosi e che il grado di paura e di consapevolezza delle proprie capacità deve farci ragionare ed a volte rinunciare, ricordando che l’ambiente montano è ostile anche per gli eventuali soccorsi, e non facciamoci ingannare dalle valutazioni sempliciotte che con i cellulari si può fare qualsiasi cosa. Sono da considerare in questa tipologia di percorso sia gli itinerari che anche se non hanno grosse difficoltà tecniche hanno nell’elevata estensione chilometrica il nostro peggior nemico, sia gli itinerari che nonostante siano di contenuta lunghezza e dislivello, salita e discesa presentano pendenze fuori dal comune che, oltre alle capacità tecniche, richiedono notevole fatica. Per la loro effettuazione è necessaria l’intera giornata. Spesso durante i tour dove troveremo un ambiente montano severo con una estensione che si prolunga per tutto l’arco della giornata superando le 10 ore in sella si è aggiunto la voce “per esperti”; questo non indica che ci eleviamo ad oracolo ma informiamo che oltre all’allenamento entrano in gioco altri fattori tra cui quello psicologico, unita alla stanchezza, a problemi vari, alla fame ci costringono ad uno sforzo superiore alle normali abitudini.

– Ripara biciclette : sulla mappa trovate anche, a mezzo simbologia, dove poter riparare le biciclette in caso di bisogno, sapendo che la domenica è praticamente impossibile trovare un negozio aperto, quindi il sacchetto degli attrezzi è necessario.
– Assistenza Sanitaria : sulla mappa trovate anche, a mezzo simbologia, dove poter trovare assistenza necessaria in caso di bisogno, sapendo che bisogna in ogni caso attrezzarsi singolarmente, ma anche annotare i numeri di telefono dei luoghi dove poter trovare assistenza… il 118 in ogni caso è sempre il numero da ricordare. (
-Ove è stata indicata una fontana (o qualsiasi altro punto di riferimento indicato) è perché fisicamente c’era una fontana, quindi ci perdonerete se al vostro passaggio non la troverete più e soprattutto non saremo responsabili in nessun modo se la troverete con la scritta “non potabile”, è assolutamente chiaro che non ne siamo gli autori. Rinnovo lo spirito di queste pagine quali da essere un solo suggerimento, quindi vi invito sempre a documentarvi sia sui percorsi che sul vostro sostentamento nei libri e nei siti delle aziende autonome locali o sulle guide del posto.
Tutti i sentieri in questa e nelle pagine collegate, sono stati mappati e georeferenziati, con le tecnologie a disposizione, ma l’errore è sempre dietro l’angolo. Ciascun percorso potrebbe aver subito variazioni che non possono essere ricondotte a nostra responsabilità. Qui troverete indicazioni complete ma che devono essere comunque considerate solo ed esclusivamente come suggerimenti e/o consigli su cosa fare. Consigliamo di attrezzarsi sempre ed adeguatamente con mappe di riferimento e di tutto il necessario per essere indipendenti. Faremo tesoro delle Vostre osservazioni, di tutte le variazioni e/o inesattezze che troverete durante le vostre escursioni.
-Tutti gli itinerari e/o percorsi sono descritti nello stesso anno di esecuzione, quindi potrebbero aver subito variazioni che non possono essere ricondotte a nostra responsabilità, e se c’è stato qualche errore credo ci possiate perdonare, ma faremo tesoro delle Vostre osservazioni. Questa non vuole essere una guida per chi vuole intraprendere il viaggio, ma un aiuto e un modo per condividere le nostre emozioni.
-Gli autori non garantiscono l’esattezza e l’esaustività dei testi (itinerari, tracciati ecc…) e non si assumono alcuna responsabilità su eventuali incidenti, inconvenienti o qualsivoglia infortunio che possa derivare dall’uso o dall’interpretazione delle informazioni divulgate sul sito.

Simbologia
Le varie ditte specializzate in cartografia usano spesso simbologia del tutto personale ma quasi sempre si riconducono alla simbologia che le mappe della IGM indicano ben dettagliatamente. Non tutti gli oggetti di interesse pratico possono essere rappresentati sulla carta rispettando la loro scala e pertanto si ricorre a simboli convenzionali elencati a margine della carta con i rispettivi significati con i quali è opportuno prendere confidenza; questi si riferiscono a costruzioni, strade, corsi d’acqua, vegetazioni, fontane ecc. Poi troveremo le isoipse o curve di livello che rappresentano il rilievo del terreno, dando una visione plastica dei dislivelli (sulle carte 1 : 25.000 una curva isometrica è disegnata ogni 25 m). Quanto più le isoipse sono vicine tanto più ripido è il pendio che rappresentano. Riportiamo qui di seguito una serie di simboli che sono stati usati per la identificazione di tutto ciò che è stato incontrato durante il tragitto e che ci possono visualizzare tutto ciò che è interessante segnalare, quali una costruzione, una fontana ecc. In ogni caso il loro formato è frutto di costruzione informatica personale.

STORIA DELLA MOUNTAIN BIKE

Notizie storiche usano come data di nascita della MTB il 1933, e precisamente negli Stati Uniti, ed un imprenditore ingegnoso, Ignaz Schwinn, iniziò a produrre e a commercializzare una bicicletta, la Schwinn Excelsior, indistruttibile e usata dai fattorini che consegnavano i giornali a domicilio. Ma bisogna andare avanti di qualche anno quando, verso la fine degli anni ’70 in California, un gruppo di fuori di testa, si inventò le gare ciclistiche di discesa, e la vecchia Schwinn Excelsior si dimostrò l’unica bicicletta in grado di sopportare tali sollecitazioni, stiamo parlando di fuori strada naturalmente.

Poi arrivò un certo Gary Fisher, famoso ancora oggi tra gli esperti del settore, che fu uno dei primi mountain biker, diventato poi industriale del settore, applicò alla sua Schwinn i cambi di velocità, cambiò il disegno del telaio, migliorò i freni, aprendo così la strada alla moderna Mountain Bike. Altri nomi si legarono agli esordi della MTB: Joe Breeze, che intuì l’importanza della geometria del telaio per una MTB efficiente e creò, a partire dalla forma dell’Excelsior, un nuovo modello con struttura in acciaio molto più leggero; Charlie Cunningham e Tom Richey che creò lo Stumpjumper, uno dei modelli più famosi della sua azienda, la Specialized.
Un nome però coincide con la nascita della MTB ed è “Repack”, la prima gara di discesa organizzata in California, il 21 ottobre 1976. Il nome deriva dal verbo “to repack”, ovvero “ripristinare il grasso bruciato nei mozzi”. La grande pendenza e le numerose curve del percorso surriscaldavano i freni antiquati vaporizzando il grasso del mozzo e ad ogni discesa bisognava re-ingrassare la bicicletta. La gara si svolgeva su un tracciato pieno di curve, di soli 1800 metri di lunghezza e circa 400 di dislivello. Alan Bonds fu il vincitore della prima edizione: quando si posò il polverone, ci si accorse che era l’unico dei 10 partenti arrivato al traguardo in piedi. Ma chi ha dato lustro alla gara è stato Gary Fisher che mantenne per anni il record del tracciato, percorso a quasi 25 miglia orarie di media.
Così negli Stati Uniti si sparse a macchia d’olio il fenomeno della mountain bike e cordone ombelicale tra l’Italia e gli Stati Uniti fu il “Rampichino” costruito dalla Cinelli che la lanciò sul mercato, e Gary Fisher fu il primo distributore negli USA delle mtb della casa italiana. Rampichino, come l’uccellino che si arrampica sugli alberi, fu il nome dato dalla casa italiana, e proposta al pubblico italiano attraverso la inserzione dal mensile.”Airone” e, sfogliando i vecchi numeri di Airone che mio papà acquistava regolarmente, ho trovato questo articolo che conservo ancora gelosamente. Se fino ad allora la bici fuoristrada in Italia era praticamente sconosciuta, con la Cinelli Rampichino, il nome della mtb si sparse a macchia d’olio anche in Italia. Ricordo che la mia prima mtb acquistata fu la Cinelli “Ottomilainsu” che ancora conservo come cimelio, che aveva già le caratteristiche delle più moderne mtb, montata ancora oggi con il famoso cambio della Shimano “XT” e, se facciamo i conti, la storia dice che forse allora i componenti avevavo comunque una durata molto più lunga di adesso.
Una divagazione in questo mondo è data dalla “Saltafoss” che poco prima della nascita della MTB, sviluppava un mercato tutto suo. Il modello risultava simile ad una moto da regolarità con sospensioni anteriori e posteriori a molla ed una sella e tutti i ragazzini che aspettavano di avere la prima moto da cross, si cimentavano sulle montagnole e fossi con questo tipo di bicicletta. Non posso dimenticare mio cugino Fabio Fasola , molto noto nell’ambiente del motocross essendo stato parecchie volte Campione Italiano e oggi uno dei tecnici più apprezzati della KTM, che fin da bambino mi colpiva per il fatto che il copertone anteriore della sua “saltafoss” fosse sempre e costantemente nuovo mentre quello posteriore sempre usurato; poi capii che girava pedalando lungo le strade della nostra città (Voghera) sempre su una ruota sola…….. era il preludio al suo futuro.
Componenti ed accessori : la componentistica quali leve, cambio, pedivelle, deragliatori, pedali, pneumatici ecc. ha subito negli anni modifiche e migliorie, ma ciò che ha dato una spinta a differenziare i vari modelli sul mercato è stata la componentistica basilare delle mtb , telaio, forcelle e freni.

Il telaio : sicuramente il disegno dei primi telai per la mtb erano molto simili a quelle delle più famose biciclette da strada con il quale i famosi corridori si cimentavano anche su strade sterrate dei famosi passi alpini italiani e francesi, ricordiamo le famose battaglie, perché di questo si tratta, tra Coppi (che si allenava lungo le strade a me care della Val Curone, Val Grue, Val Borbera) e Bartali e memorabili sono le fotografie fatte sulle strade sterrate con metri di neve ai bordi. Si è passato più avanti a disegni molto più raccolti e a geometrie di tipo “sloping” dall’inglese “slope” per la inclinazione che presentano il tubo orizzontale fortemente inclinato verso il basso e il tubo reggisella conseguentemente molto lungo. Oggi possiamo notare che la tendenza degli “stradisti” si è invertita, e possiamo vedere sempre più telai con questa geometria usata anche dalle bici da strada, molto performanti nelle salite più dure. Il materiale usato era l’acciaio che poi è stato quasi totalmente rimpiazzato dai modelli in alluminio, anche se la produzione dei modelli in acciaio continua con unna produzione di nicchia dove vengono usate leghe molto ricercate e speciali che rendono queste mtb leggere quasi come quelle in alluminio, conservando le caratteristiche di elasticità che l’acciaio comunque possiede rispetto ai modelli in alluminio. Altri materiali usati sono il “titanio” e il carbonio”, che richiedono una manualità nella costruzione, molto più alta dei pari modelli in alluminio e acciaio, molto leggeri ma anche molto costosi. Oggi i modelli si possono differenziare soprattutto per il loro utilizzo e sentiremo parlare e scrivere di “freeride” “downhill” “trail” “enduro” ,

Forcelle e ammortizzatori, Nei primi anni ’90 iniziarono a comparire sul mercato le prime forcelle anteriori ammortizzate, in grado cioè di assorbire le vibrazioni trasmesse dal terreno, con delle corse dello stelo di pochissimi centimetri. Ricordo con un sorriso, ma allora non lo è stato, che i miei amici bikers acquistarono le prime forcelle anteriori, ed io, ancora con la mia rigida, proseguivo lungo le discese della Val Roya con un tremendo male alle braccia. Oggi le mtb sono “front suspended” e “full suspended” ed hanno la migliore tecnologia nei modelli da “downhill”, riportante le vecchie gare dei primi bikers americani in tutto il mondo, con delle sospensioni e dei telai che le rendono sempre più simili a delle moto.

Freni Si è passati dai freni del tipo “cantilever”, in comune con le bici da ciclocross, ai freni tipo “V-brake”, oggi utilizzati sulle biciclette più economiche o in versioni potenziate anche su alcune mtb da corsa, ai freni a pattino caratterizzati da bracci di leva del corpo freno molto lunghi per consentire elevata potenza frenante con basse pressioni sulla leva al manubrio. Si è passati poi ai freni a disco idraulici simili per costruzione e funzionamento a quelli motociclistici nei modelli azionati da un cavo o da un fluido in pressione, normalmente olio. Per poter utilizzare i freni a disco il telaio deve essere predisposto con gli appositi supporti e non sempre si può montare i freni a disco su telai predisposti per il montaggio dei freni diciamo a pattino (ci provai anche io a cambiare i freni a V-brake con dei freni a disco sulla mia vecchia Cinelli “Ottomilainsu” ma con scarsi risultati, perché si rischia di dover fare delle saldature che possono rovinare la stabilità del telaio. Non esiste naturalmente paragone tra i freni a disco e i “V-brake”, avendo una potenza di frenata decisamente superiore e, particolare di non poco conto, in condizioni estreme quali terreno fangosi e addirittura sotto la pioggia i freni a disco hanno la capacità di frenare mentre i V-brake si sporcano ma soprattutto si bagnano,usurandosi molto in fretta costringendoci ad un cambio molto frequente dei pattini, ma soprattutto riducendo la potenza di frenata in modo considerevole.

Tutte le notizie sono confermate da riviste specializzate e girovagando sul web, ma molto note agli amanti come me di storia della bici da montagna anche perchè ho vissuto quasi tutta la sua storia in sella, ma anche seguendo la evoluzione degli accessori e dei ricambi che anno dopo anno davano nuove tecnologie, ore su ore nei negozi specializzati a guardare i meccanici lavorare , e le mi tasche ma soprattutto il mio portafoglio lo possono testimoniare.

Altre notizie più dettagliate sul web http://it.wikipedia.org/wiki/Mountain_bike

COSTRUTTORI

AIRBORNE CYCLES
ALPINE DESIGN MTB
ALUTECH
AMP
ARROW RACING
BIANCHI
BMC-Racing
BOTTECCHIA
BOULDER BIKES
CALOI USA
CANNONDALE
CARRARO
CATAMOUNT
CINELLI
CYCLEPRO
COLNAGO
DAGGER
DART
DEAN
DIAMOND BACK
DIRT WORKS.
ELLSWORTH
FAT CITY
FOCUS
FOES
FULL DYNAMIX
FRM
GARY FISHER
GIANT
GRISLEY
GT
HARDLAND
HARO
IBIS CYCLES
IONIC CYCLES
IRONHORSE
JAMIS
K2
KASTLE
KESTREL
KHS
KLEIN
KOGA-MIYATA
KONA
LEE COUGAN
LITESPEED
MARIN
MERLIN
MICALS
MONGOOSE
MOOTS
MOTOBECANE
MOUNTAIN CYCLE
MRAZEK
MUDDYFOX
NORCO
OLMO
OLYMPIA
ORANGE
RALEIGH –
RED HOT
REMEC
ROCKY-MOUNTAIN
SANTA CRUZ BICYCLES
SCAPIN
SCHWINN
SCOTT
SEVEN
SINTESI
SOFTRIDE
SPECIALIZED
SPICER
SUMMIT
SUNN
TITAN
TITUS TITANIUM
TOMAC
TOM RITCHEY
TREK
TURNER
TURRO
VARIO
VEKTOR
VENTANA
VINER
VOODOO CYCLES
WHEELER
WILIER
YETI