11a tappa, dal Quadrivio di Borassi ad Arquata
Note Riepilogative:
Luoghi |
Quadrivio di Borassi, Mulini Seventino, Bivio di Costa Marghezzi, Bivio di Pian dei Poggi, Varinella, Arquata. |
Sviluppo (indicativo) Km |
16,7 |
Tempo di percorrenza (indicativo) TRK/MTB |
6h 30' / 2h 30' nella sua variante |
Sterrato km |
14,4 |
Altitudine partenza/arrivo m.s.l.m. |
720 / 238 |
Altezza massima m.s.l.m. |
1018 - Bric delle Camere |
Dislivello salita/discesa metri |
772 / 1254 |
Note al percorso
La tappa è impegnativa, soprattutto nel tratto che collega i Mulini Seventino, al Bivio di Costa Merghezzi. Il tratto è adatto ad escursionisti con una certa esperienza in quanto il percorso si snoda nel greto sassoso del Torrente Bovegna, che è necessario guadare diverse volte. Seguendo i segnavia e cercando sempre il punto dove guadare, si riesce a passare senza difficoltà. Sempre seguendo i segnavia troveremo anche il punto dove inizia la risalita al Bivio di Costa Marghezzi. Salita disagevole, una piccola frana deve alzare il nostro livello di attenzione, niente di irrisolvibile. La salita poi è ripida e difficoltosa, facciamo bene attenzione ai segnavia e alle indicazioni. Se per gli escursionisti questo tratto lo trovo disagevole tanto da farmi pensare a trovare alternativa (vedi gli altri percorsi), per la MTB il tratto non è consigliato, usare la variante. La nota positiva si chiamano i Mulini Serventino.
Descrizione
Dal Quadrivio di Borassi (700 metri) si prende la carrareccia che scende lungo la valletta del Torrente Bovegna. Passato due piccoli ponticelli arriviamo ai Mulini Serventini (459 metri). Qui converge il sentiero 274 che proviene da Roccaforte Ligure (segnavia nascosto).
Mulini Seventino: due belle case, una di queste porta la grande ruota del mulino. Luca il proprietario, ci dice, che con fatica porta avanti la sua azienda agricola; la strada poi, che abbiamo percorso, è solcata dai mezzi di cacciatori, e richiede spesso manutenzione, in fondo la sua è l'utilità più importante. Però gli si sonos accesi gli occhi facendomi vedere la sua produzione, il salame. A noi invece si sono accese la papille gustative. Alle 10 del mattino una sosta con pane e salame e buon caffè è stata una intensa sorpresa. Il cane lupo poi ci ha accolto con tante feste. Una mezzoretta passata in meravigliosa compagnia. Perchè li ho chiamati "mulini", perchè in effetti, poco più avanti, ne esiste un altro. Diroccato ma si vede la grande ruota. Purtoppo ci aspetta la fatica.
Oltrepassato il mulino passiamo un gruppo di case dove troviamo il secondo mulino, poi i campi coltivati con, al suo fianco, un capannone, l'ultima casetta ci indica che abbiamo terminato la carrareccia. Si continua sul greto del Torrente Bovegna. Seguendo i segnavia si passa da una sponda all'altra, sfruttando il più possibile la traccia senza guadare. Purtoppo dovremo farlo e, come già detto, guardiamo bene i punti più facili. Da sinistra converge il Torrente Spinti, restiamo su questo piegando verso destra. Ancora pochi guadi (a sinistra una frana, con parecchi alberi accatastati. Poco avanti vediamo convergere una stretta valletta, è il Rio dell'Olmo, inseriamoci in questa. Sentiero sporco, i segnavia ci indicano la direzione. Poco più avanti vediamo un sentiero che risale a destra, inziamo la risalita di circa 300 metri di dslivello, salita che passa su sentiero invaso dalla vegetzione. Prendiamo il senteiro e passiamo subito una piccola frana (si passa ma facciamo attenzione). Pochi passi e raggiungiamo una costruzione diroccata, si risale ora bruscamente. Il sentiero risale ripido, la fatica è più intensa. Risaliremo la Costa dei Marghezzi e il Costone Serraglie. Raggiunto un sentiero (Bivio di Montecanne - 702 metri - non segnalato) prendiamo a sinistra e poi subito a destra, non di facile intuizione, guardiamo bene. Se sbagliamo saremo sempre sul sentiero che arriva sulla mulattiera che proviene da Montecanne (della variante MTB), svoltando a destra arriveremo comunque al Bivio di Costa Marghezzi. La via si allarga ed arriva al Bivio di Costa Marghezzi (662 metri) Proseguiamo con le indicazioni del percorso 100. Lasciamo un sentiero per restare in costa, la strada tende a scendere con poca pendenza, si oltrepassa un sentiero che scende a sinistra, si raggiunge il Bivio di Pian dei Poggi (627 metri).
Diritto si prosegue con il 280 che poi si diramano con gli altri due sentieri 281 e 283, che compongono la rete dei sentieri degli Essicatoi di Grondona (vedi percorso di trekking).
A sinistra, a ritroso prosegue il 200 che ci porterà a Varinella. Il sentiero non è molto pulito ma si prosegue agevolmente. Raggiungiamo un piccolo capanno con tavoli e panche, si prosegue. Raggiungiamo un bivio (630 metri circa), si prosegue diritti. Siamo sul Pian dei Poggi. Restiamo in costa con alcuni saliscendi, il sentiero in alcuni tratti non è agevole, accompagnati dai radi segnavia. In questo caso il sentiero resta pulito con il passaggio delle moto. Si resta in costa alle pendici sud dei Monti Crovo e Poggio. Oltrepassata una sbarra (probabilmente per impedire il passaggio alle moto), si prosegue sull'evidente sentiero. Si passa una piccola frana e si arriva al Bivio di Monte Crovo (710 metri circa - sulla palina viene riportata la quota di 759 metri che però, dalle mappe, risulta essere quota della vetta del monte). Il sentiero a destra è quello che risale al monte. Passiamo tra due costoni di roccia, il sentiero diventa più sassoso, siamo ora sul Pian dei Crovi, sul crinale tra la Valle Scrivia e la Valle Spinti. La tendenza del percorso è ormai discensiva. Il sentiero è libero e scorrevole. Lasciamo un sentiero a destra.
Qui però prosegue il 200 che resta praticamente al fianco della via che stiamo facendo. Restiamo sulla nostra via più facile, il 200 lo riprendiamo più avanti. Usciti dal bosco si rientra e si risale brevemente, si ricomincia a scendere. Arriviamo ad un bivio con un sentiero a destra, la nostra prosegue dritto. La via è ben riconoscibile e prosegue sul crinale. Arriviamo ad un successivo bivio troviamo che il sentiero 200 proveniva da destra. Teniamo la sinistra e ritornano quindi anche i segnavia. Siamo ai piedi del Poggio dei Termi. Lasciamo un sentiero a sinistra in zona aperta. La via scende pur restando sul crinale. Altro sentiero a sinistra da lasciare. Si raggiunge un crocicchio, si svolta a destra. Si scende, al bivio si tiene la sinistra. Siamo al fianco di una zona prativa, in fondo si scorge Villa Rettorato (400 metri). I segnavia entrano sul sentiero che corre al fianco del prato, raggiungono la villa, la via prosegue e incrocia la sterrata di destra, andiamo a sinistra.
Nota al percorso: notiamo che il sentiero 200 (segnavia assente) dovrebbe oltrepassare la stanga e passare al suo fianco; al nostro passaggio c'erano cavalli al pascolo e sinceramente mi sembrava più corretto non disturbare e prendere il sentiero che risale al suo fianco. Il sentiero più a destra ancora scende a fondo valle alla Cascina Travaghero.
Da qui la via cambia fisionomia e diventa una carrareccia, zona calanchiva. Passiamo un bivio con una sterrata a sinistra (su questa via si trovano alcune ville ormai abbandonate, sono Cascina Vallebuona e Villa Pineta). Si scorge Villa Emilia. Raggiungiamo un bivio, teniamo la nostra via a destra.
Nota al percorso: a sinistra, al fianco della recinzione, si raggiunge la entrata della villa, l'obbiettivo però è quello di proseguire sul sentiero e raggiungere un piccolo Santuario, anche perchè il sentiero, proseguendo, si raccorda sia alla nostra via principale, oppure già alle prime case di Varinella.
Con un paio di curve raggiungiamo la stanga, inizia la stradina asfaltata (Strada della Pineta, siamo finalmente a Varinella. Per raggiungere Arquata Scrivia, si prosegue con la SP144 che supera il ponte sul Torrente Scrivia, seguendo le indicazioni si arriva alla stazione ferroviaria,
Arquata Scrivia
Come per Serravalle Scrivia il comune ha preso le influenze della romana Libarna essendo posizionato sulla via Postumia ma, di tutto ciò, non rimane niente, infatti il paese conserva la sua vena medievale, infatti sorge ai piedi della ben visibile torre facente parte del demolito castello. Il palazzo del comune era il Palazzo degli Spinola. Di particolare interesse è la casa del Tranquillo o casa gotica, un particolare edificio risalente al XIV secolo, con una caratteristica struttura portante in legno e decorazioni in laterizio.
Variante MTB
Come già accennato il tratto che dal greto dello Spinti porta al Bivio di Costa Marghezzi non si può fare con la MTB, neanche a pensare di portarla al fianco. Quindi la variante è quella che ci permetterà di restare in sella. Se poi qualcuno vuole vedere il Mulino Serventino può allungare il percorso che da Roccaforte Ligure segue il sentiero 274, sentiero ripido che porta al mulino per poi risalire di 2Km con la carrareccia che porta al Quadrivio di Borassi. Da qui però dobbiamo seguire le indicazioni della variante. Il nostro consuglio però porta a fare un passo indietro e più precisamente alla tappa precedente, eravamo al Bric delle Camere. Da qui lasciamo a sinistra il sentiero 200 che scende a destra verso il Quadrivio di Borassi, proseguiamo invece diritto, il sentiero segnato anche con il cerchio giallo; basterà comunque restare sul filo del crinale. Si scende fino al Monte Lerta (997 metri) e, restando sul sentiero che prosegue sul Pian Largo, la mulattiera scende ancora. Ora siamo in zona prativa chiamata Alpe di Casissa (963 metri) in fronte alla prossima risalita, facciamo mente locale: pochi alberi sono distinti nel prato, il sentiero è al bordo della zona prativa sulla nostra sinistra, una pozza (può darsi asciutta) è vicina a noi. Noi proseguiamo dritto con una breve salita e, rientrando nel bosco (resti di quelle che erano tavoli e panche), a sinistra una apertura tra le piante ci porta ad una edicola votiva (947 metri); ne vale la pena un luogo molto panoramico: che spazia dalla catena dei monti dell'appennino ligure e, sotto di noi, la Val Vobbia e il Castello della Pietra. Ritorniamo sui nostri passi proseguendo con la discesa, a tratti sassosa, si arriva sull'Alpe di Marmassana ad un bivio a sinistra evidente (800 metri circa), il cartello del Parco dell'Antola ci indica che il sentiero segnato con il cerchio giallo, ci porta a Marmassana. Possiamo fare anche quella ma noi proseguiamo sulla nostra via, sulla sterrata, arriveremo sulla strada sinistra a Marmassana, andiamo a destra e si prosegue per il Colle della Serra (661 metri), crocevia di strade. Prendiamo la strada asfaltata di sinistra in direzione Montecanne (788 metri). Risalendo il paese ritroviamo il sentiero. Ad un primo bivio teniamo la destra, stiamo viaggiando a destra (est) della costa. La via prosegue senza molta pendenza. Oltrepassiamo una fonte, e si raggiunge un bivio. Restiamo a sinistra e raggiungiamo il Bivio di Costa Marghezzi (662 metri) che proviene da destra, recuperando anche il sentiero 200.