LE QUATTRO PROVINCE
Un poco di storia d'Oltrepò Pavese
Ho iniziato ad amare questi luoghi fin da bambino percorrendo la Ferrovia Voghera – Varzi con mia mamma per andare a fare visita alla nonna, che come sempre mi deliziava con le sue torte di mandorla, gli agnolotti di brasato e il salame di Varzi, ma non solo, Varzi sono le mie origini ed ogni volta che passo per quelle strade gli occhi mi si riempiono di commozione. Ecco come l'Oltrepò Pavese mi è entrato nel cuore, percorrendo in in lungo e in largo la Valle Staffora, memorizzando ogni piccolo luogo, gli alberi e le persone. Mi vengono in mente ancora le giornate di autunno inoltrato, dove la nebbia a Voghera rendeva tutto monocolore e mentre si avanzava con il trenino, il sole spuntava dalla nebbia e rendeva lucidi quei colori così perfetti, che solo l'autunno ci regala. Molto spesso si andava a Fabbrica Curone a fare visita ad un mio zio, che viveva ancora di ciò che la terra gli dava, ricordando, come fosse ora qualcosa di speciale che aveva sempre sul davanzale della finestra; lo chiamavo il "formaggio che cammina", una prelibatezza che forse alla vista di tutti quei vermicelli che passeggiavano, non era così gradevole, che riservava notevoli sorprese al palato, le stesse che oggi si possono ancora apprezzare nel formaggio "nisso", tipico di questi luoghi. Dopo essermi deliziato di questa formaggio si ritornava a casa percorrendo a volte la Valle Curone che per molti tratti corre parallela alla Valle Staffora.
Le due valli, dalle sorgenti alla foce, unite alle Valli Trebbia, Aveto e gli affluenti, compongono quel territorio chiamato le "Quattro Province", molto simili tra loro sia nel dialetto, nella cultura e nelle tradizioni, essendo state anche terra di passaggio di numerose genti, dai religiosi, ai nobili, ai mercanti, ai briganti e così via in lungo il corso dei secoli.
Per quanto riguarda il vino bisognerebbe aprire un capitolo a parte: il Cortese dei Colli Tortonesi, i vini dell'Oltrepò Pavese, i colli piacentini, inseme ai vini della zona di Gavi, vengono a comporre una gamma di grande valore per la valorizzazione del territorio e della cultura vinicola. L'uva e il vino hanno avuto un'importanza notevole nella storia di questi posti, anzi direi che ne hanno scritto la storia in concomitanza con la presenza di Nobili casate, che oltre a governare o fare le guerre, si dedicavano anche alla cultura della vigna; perche' oltre che a fare le guerre, ci si poteva deliziare il palato.
Geografia : parlando di Oltrepò Pavese si può notare la sua forma triangolare, meglio definita da Gianni Brera "come a grappolo d'uva". Il territorio si compone di tre fasce, quella pianeggiante a ridosso dello scorrere del fiume Po, la collinare, con i suoi vigneti e i boschi ricchi di prodotti della terra quali funghi e castagne, ed una montana, dove si trovano le sorgenti dello Staffora e del Curone fino a lambire i Fiumi Trebbia e Aveto. Tra le montagne più importanti citiamo il Monte Lesima, il Monte Chiappo, la Cima Colletta, il Monte Boglelio, Monte d'Alpe, e il Monte Pietra di Covo.
La Flora è ricca e molto variegata e nella vite si esprime i suoi più alti livelloi. Assistendo ad uno dei tanti incontri con l'enologo Mario Maffi, grande esperto di vino d'Oltrepò Pavese, mi è rimasta impressa la notizia che le viti qui impiantate hanno origini molto antiche fino ai tempi dell'Epoca Romana (un tralcio di vite fossile e' stato ritrovato nei pressi di Casteggio), quindi oltre ad essere una zona di vini importante dal punto di vista paesaggistica lo è anche dal punto di vista storico, e mi viene da pensare dove sia andato tutto quel sapere, quella conoscenza storica, se poi si conoscono soli vini come il Brunello e il Barolo.
La Fauna si può dire la stessa cosa del capitolo precedente, passando dalla presenza di daini, caprioli, cinghiali ed uccelli come la poiana e l'airone cenerino, fino a quella del Lupo fino a qualche decennio fa era la più inquietante, ma anche la più ricca di spunti per racconti e leggende.
Le Tradizioni : ben radicate si esprimono nella musica ed hanno nel piffero, nella cornamusa e nella fisarmonica le sue radici. In occasione di sagre, feste patronali, festival folkloristici e celebrazioni sono tornate con sempre più frequenza da qualche anno, ad essere lo spettacolo principe di feste da ballo nei paesi e nelle frazioni montane.
Tipico: nella fascia collinare il vino è il re della coltivazione, mentre nella fascia montana si possono trovare molti produttori di prodotti di nicchia quali formaggi, miele, frutta, salumi e ancora molto altro che danno un tocco particolare ma anche di assoluta prelibatezza per arricchire l'economia di queste zone, tanto che molti ristoratori prediligono questi prodotti nelle loro ricette.
La storia: ciò che però ha impresso in questi luoghi un segno ancora oggi visibile è la sua storia, che ha avuto nel periodo medioevale un'epoca di grande brillantezza, prosperosità, ma anche tante battaglie e di sofferenze. Iniziando dai tempi antichi, si può dire che queste erano comunque zone di passaggio e poi anche di insediamento, tutto era ed e' evidenziato dai ritrovamenti di reperti archeologici sul Monte Vallassa e da ritrovamenti che portano anche all'età della pietra che documentano sul Monte Alfeo e nei pressi di Serra del Monte (il Castelliere di Guardamonte), l'esistenza di vita organizzata. Si trattava di popolazioni liguri (iriati e derthonine) che si sono insediate nei nostri appennini.
Facciamo poi un balzo di qualche secolo fino ad arrivare al 238 a.c., quando i Romani iniziarono la guerra contro i Liguri della Riviera, guerra che duro' fino al 224 a.c. quando entrarono in Valle Staffora, nel territorio "vogherese" e nel 221 a.c. fortificarono Clastidium (Casteggio), accolti dalle popolazioni liguri che solo all'arrivo di Annibale nel 218 a.c., compresero che i Romani non erano esattamente ciò che si aspettavano, e si allearono così con le sue truppe. Durante il periodo delle guerre puniche ed esattamente nella seconda, i Romani si impossessarono definitivamente di questi luoghi esattamente nel 197 a.c..
Passiamo ora ai periodi più belli e simbolici di queste zone dove si intensificarono i passaggi di genti dedite ai commerci e Voghera (Iria, poi Vicus Iriae, poi Viquirie, Viqueria ed infine Voghera) ebbe nel bene e nel male un periodo di notevole importanza strategica. Di Voghera ricordiamo un certo comandante che venne in questi luoghi a combattere: il suo nome e' Cavaliere Bevons de Noyers che poi diventò pellegrino e morì nei pressi di Voghera, fu venerato come santo e divenne San Bovo che riposa ancora oggi nel Duomo di Voghera.
Facciamo un balzo in avanti, tralasciando tutte le vicissitudini relative ai passaggi di proprietà, dovute a continue guerre tra famiglie nobili, che però si riassumere in alcune date fondamentali per il territorio. Iniziamo dal XII secolo con Federico Barbarossa, che assegnò a Pavia i feudi Vogheresi e L'Oltrepò divenne Pavese, in seguito ci furono i trattati di Worms nel 1743 e quello di Acquisgrana (1748) che assegnarono il territorio Savoia, e' infine dopo l'Unità d'Italia, che l'Oltrepò assunse gli attuali confini che lo caratterizzano. Facendo un breve passo indietro, dopo il periodo di Federico Barbarossa queste zone furono dominate dagli Sforza, ma il periodo che più ha portato ai giorni nostri segni tangibili è stato quello che ha visto alcune nobili casate come i Malaspina i Dal Verme, I Beccaria e i Visconti, che costruirono una fitta rete di Castelli, Roccaforti e Torri nei cui dintorni sorsero abitazioni e piccoli borghi, che ancora oggi conservano le vestigia di un tempo regalando al visitatore la vista e il ricordo di luoghi dal forte sapore evocativo.
Oggi molti di questi castelli sono oramai diroccati, altri non esistono più perché le pietre furono usate per costruire case, altre sono state trasformate in Ville patronali, o Ville annessa alla relativa Azienda Vinicola. Altri ancora sono stati restaurati, ma sono stati privatizzati (vedi Montalto Pavese, Cigognola, Monteseale, Brignano Frascata), altri infine sono accessibili ai visitatori, come il Castello di Oramala famoso perché era la residenza principale di Oberto Obizzo, fondatore del casato dei Malaspina, il Castello di Zavattarello, e infine il Castello Visconteo di Voghera, che dopo anni di vicissitudini, e' stato finalmente restaurato, riscoprendo le sue mura e le sue bellezze, donando a Voghera quel fascino di antica citta' con un importante passato.
Al pari dei castelli sorsero anche molti luoghi di preghiera, ed il più importante e' sicuramente l'Abbazia di San Colombano a Bobbio, che oltre ad essere un punto cardine per la religiosità è stato anche un punto importante per il passaggio dei pellegrini che si dirigevano a Roma attraverso la Via Francigena, nei tratti che percorrevano le Valli Curone e Staffora. Essere monaco voleva dire molto spesso cultura della terra, quindi anche cultura della vite, perché è con i monaci che si conservarono le tradizioni della coltivazione e della produzione del vino.
Tra balzi e salti in mezzo a qualche millennio, mi sono solo limitato a scrivere più di 2000 anni in poche righe; certo si potrebbe raccontare ancora molto, ma non ne sarei capace per cui rimando ai numerosi libri che ne parlano molto più approfonditamente, chi volesse saperne di piu' in merito agli aspetti storici.
Le Quattro Province ma una unica cultura, ecco www.appennino4p.it che ne ha fatto uno studio e un approfondimento direi ammirevole consegnandoci uno spaccato di vita e tradizioni delle Quattro Province tutto da leggere, gustare, e perchè no, da ballare e cantare. Esplorate il sito e troverete tante cose che vi sembreranno di un tempo passato, ma scoprirete ancora tanta gente che ama la cultura dei nostri amati anziani che hanno lasciato tradizioni e cultura da preservare. In tutto questo la tecnologia, che ci regala il web, ci aiuta a mantenere tutto ciò.