La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

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21a tappa, dal Passo del Faiallo al Passo del Turchino

Luoghi

Passo del Faiallo, Passo della Cerusa, Sella del Barnè o del Bascinè, Pra del Sambughetto, Forte Geremia, Valico della Canelun-na o Canellona, Giovo di Masone, Passo del Tuchino

Sviluppo (indicativo) Km

9,2

Sterrato km

8,1

Tempo di percorrenza  (indicativo)

2h 30'

Altitudine partenza/arrivo m.s.l.m.

Passo del Faiallo 1050

Passo del Turchino 53

Altezza massima m.s.l.m.

1050 -  Passo del Faiallo

Dislivello salita/discesa metri

92 / 612

Segnavia

AV - Alta Via Monti Liguri - E7

Difficoltà

T/E

Accesso Stradale

 

a) Usciti dal casello di Masone, Autostrada A26, si imbocca la SP456 che, dopo aver attraversato Masone, si prosegue verso la galleria del Turchino, si prosegue poi per la SP 73 per il Passo del Faiallo.
a) Usciti al casello di Genova Voltri dell’Autostrada A10 (Genova-Ventimiglia), si gira a destra in direzione di Voltri (SS 1 Aurelia). Dopo circa 1 km, all’altezza di un distributore di benzina, si gira a destra per imboccare la SP 456 del Turchino in direzione Ovada. Dopo circa 12 chilometri, subito prima della galleria del Turchino, si gira a sinistra per imboccare la SP 73 per il Passo del Faiallo, che si seguirà per circa 11 chilometri.

 

Descrizione

Dal Passo del Faiallo (1050 metri) (1), la palina indicativa indica la direzione per il Passo del Turchino e il tempo, 2h30' di questa tappa. Si parte subito con un sentiero di discesa che, scende alla S.P. n° 73 del Passo del Faiallo (985 metri) (2) (Km. 0,6) (panchine e tavolo), strada che incontreremo più volte. In fronte parte la mulattiera. La mulattiera scende in un punto panoramico (962 metri) (palina n°187 della AVML). Si scende ancora di nuovo sulla SP73, punto chiamato Passo della Cerusa (939 metri) (3) (Km. 0,9). Andiamo a sinistra e percorriamo un breve tratto di provinciale alla curva a sinistra dove, dritto a noi, sulla destra, riparte il sentiero (940 metri) (4) (Km. 1,4). Il sentiero risale e ci porta di nuovo sulla SP73 (968 metri) (5) (Km. 1,6), in pratica abbiamo tagliato una curva. Troviamo le paline che ci indicano per Acquabianca e Tiglieto. In fronte riparte il sentiero in salita. Arrivati ad un punto panoramico troviamo il bivio con il sentiero per Tiglieto (triangolo giallo) (1030 metri) (6) (Km. 2,4). Siamo ai piedi del Bric del Dente ed ora il sentiero passa le sue pendici a sud. Due croci rosse e il triangolo giallo ci accompagnano in questo tratto. Il sentiero corre in leggera discesa, in vista panoramica sulla nostra via che andremo a percorrere, ma anche al Mar Ligure. Passata la indicazione di una fontana, a sinistra troviamo la indicazione del sentiero (960 metri) (due croci rosse) che devia per il Bric del Dente (7) (Km. 3), noi restiamo sul nostro sentiero che scende, con alcune curve alla Sella del Barnè o del Bascinè (886 metri) (8) (Km. 3,4), siamo al fianco della SP73. Qui si discostano i sentieri per Rossiglione (rombo giallo) e per Fiorino (due croci rosse). Il sentiero ora riprende in costa oltrepassando le sponde sud del Monte Giallo (segnalato da una bandierina e da alcune rocce molto interessanti. Si scende e si comincia a vedere il Forte Geremia. Troviamo un bivio tra due sentieri, noi seguiamo i segnavia ma anche il sentiero di sinistra porta allo stesso punto. Infatti in pochi metri ci ritroviamo sulla SP73, La palina ci indica i sentieri per Bric Saliera noi però seguiamo la nostra via che, andando a sinistra, con pochi metri di strada asfaltata, al cancello che delimita l'entrata per il Forte Geremia, chiamato Pra del Sambughetto (774 metri) (9) (Km. 5,1), entriamo a sinistra oltrepassando il cancello. La carrareccia oltrepassa un rudere di una costruzione ed arriva al bivio (775 metri) (10) (Km. 5,4), la AV prosegue a sinistra ma, vale la pena deviare per il Forte Geremia (803 metri). Il Forte Geremia è una fortezza militare dell'Appennino Ligure occidentale, sull'anticima orientale del Bric Geremia. Il forte fu costruito dal genio militare del Regno d'Italia, verso la fine del XIX secolo, formava un complesso di fortificazioni che, assieme alla vicina Batteria Aresci (ora semidistrutta), aveva lo scopo di controllare il passo del Turchino e le valli adiacenti. Presidiata fino alla prima guerra mondiale la Batteria Aresci fu interessata il 28 gennaio del 1914 da un'esplosione della polveriera che, oltre a causare la morte di alcuni soldati, danneggiò alcune parti della batteria. Successivamente abbandonata. Oggi il forte Geremia è un rifugio, aperto tutto l'anno e solo di domenica. Dal forte, se vogliamo, teniamo il sentiero che aggira il perimetro, ci ritroveremo più avanti al punto (12). Torniamo sui nostri passi al bivio precedente dove ora svoltiamo a destra e proseguiamo sulla larga sterrata che arriva ad incrociare il sentiero che scende dal forte (680 metri) (11) (Km. 6,4). Proseguiamo sulla nostra via che ora incrocia di nuovo la SP73, punto in cui è posta un pilone votivo. Siamo ad un valico non segnalato sul campo ma, sulle mappe, è chiamato Valico della Canelun-na o Canellona (665 metri) (12) (Km. 6,6). La via corre parallela ad una ipotetico collegamento Rocca Grimalda, lungo la Valle del torrente Orba e Voltri; i due paesi conservano ancora oggi le piccole chiese dedicate a Santa Limbania, eletta come protettrice di chi percorreva questa strada. Cosa spingeva tanti mercanti a Voltri: la carta. Molte cartiere fiorirono in questa zona. Un esempio nel paese di Fabbriche (sopra Voltri). La struttura del paese conserva ancora un aspetto di una grande fabbrica, composta da molti opifici oggi trasformati in abitazioni private. Passando dal Passo Canelun-na, posto tra il passo Faiallo e Passo del Turchino, si scendeva a Genova. Sul valico è posto un cippo che ricorda la apparizione della Vergine che, nel 1657, mentre la peste imperversava in tutto il Genovesato, ripsarmiò il paese di Masone. Restiamo sulla nostra via che ora diventa una bella mulattiera che oltrepassa una bella zona prativa. Al colletto si distacca il sentiero segnato da una riga e due bolli gialli, noi seguiamo la mulattiera che ora aggira a nord il Bric Busa. Mulattiera che diventa lastricata ed arriva ad un bivio (660 metri) (13) (Km. 7,1), sotto un traliccio, a sinistra la mulattiera, anch'essa lastricata porta a Cappelletta di Masone che ora la possiamo vedere seguendo a destra la nostra via. Ora si scende, lastricata ci porta di nuovo alla strada asfaltata (640 metri) (Via Cappelletta) (14) (Km. 7,4), la seguiamo a destra e, in poco tempo, siamo al bivio tra la SP 73 e la strada che abbiamo percorso che porta a Cappelletta. Il luogo è chiamato il Giovo di Masone (619 metri) (15) (Km. 7,7). A sinistra riparte la sterrata. Percorriamo un tratto di sterrata quando ad un bivio (615 metri) (16) (Km. 8), dove svoltiamo a destra in leggera salita. La mulattiera diventa un sentiero, che ora scende. Andiamo a costeggiare un muretto, siamo praticamente sopra le gallerie su autostrada e provinciale del Passo del Turchino. Scesi dalla sterrata incontriamo una strada asfaltata che collega Masone ad Acquasanta. Una palina ci indica che siamo al Passo del Tuchino (530 metri) (17) (Km. 9,2). Il passo del Turchino è un valico appenninico posto tra il comune di Masone e il comune di Mele oltrepassato dalla strada provinciale 456 del Turchino che collega Isola d'Asti a Genova Voltri attraverso Acqui Terme. Il toponimo del colle, con tutta probabilità riprende quello del monte Turchino, un'altura di 672 m che divide le valli dei torrenti Gorsexio e Ceresolo dalla valle Stura. L'importanza del passo del Turchino, come via di comunicazione tra mar Ligure e pianura piemontese risale quindi a tempi relativamente recenti e, con la strada carrozzabile del Turchino, la ferrovia e l'autostrada, si pose di diritto come via di accesso al mar Ligure. Nelle vicinanze si trova il Sacrario dei Martiri del Turchino che ricorda l'eccidio di 59 detenuti politici prelevati dal carcere di Marassi di Genova, perpetrato dai nazisti il 19 maggio 1944. La sua importanza è legata anche alla famosa gara ciclistica Milano-Sanremo ma, chi non ricorda, La trasmissione televisiva di Portobello condotta da Enzo Tortora: il famoso tramviere che voleva "spianare" il Turchino, permettendo, a suo dire, l'afflusso e lo svuotamento della nebbia padana verso il mare. Forse un pò troppo ma, come sempre accade, si scatenarono esperti anche di metereologia in dibattiti più che accesi. Il passo è stato luogo di una orribile strage che seguì di qualche giorno l'attentato al cinema Odeon di Genova, che era stato requisito per essere destinato ad uso esclusivo delle truppe tedesche. L'accesso ai civili italiani era vietato e un presidio di militari controllava l'identità di chi entrava. Nell'attentato, compiuto alle ore 19 del 15 maggio da un gappista che si era travestito da tenente della Wehrmacht, morirono quattro marinai tedeschi e altri sedici rimasero feriti, uno dei quali morì nei giorni successivi. Le 59 vittime, molte non ancora ventenni, furono trasportate a bordo di camion al passo del Turchino e di lì, dopo un percorso di un paio di chilometri, condotti fino ai prati del versante meridionale del Bric Busa. In questa località, a gruppi di sei, furono fatti salire sopra delle tavole, disposte su una grande fossa che il giorno precedente un gruppo di ebrei era stato costretto a scavare, in modo che ognuno, prima di cadervi dentro dopo la scarica di mitra, potesse vedere i cadaveri dei suoi compagni. Tra le 59 vittime, 17 erano scampate alla strage della Benedicta compiuta solo un mese prima. Dal Passo del Turchino verso il Passo del Faiallo sorge, oggi, il “Sacrario dei Martiri del Turchino”, dove si trovano anche una cappella, un altare con la croce, un cippo e diverse lapidi in marmo.