La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

Torna indietro

Alta Via della Valle Staffora

Note riepilogative

Le tappe

Anello Varzi, Rosara, Pietragavina, Santa Cristina, Monte Alpe, Tre Passi,  Santuario Mariano Monte Penice, Passo della Scaparina, Passo del Brallo, Cima Colletta, Sella La Colla, Monte La Colla, Monte Terme, Passo della Ritorta, Colle del Terme, Colle di Pey, Passo del Giovà, Colle dell'Armà, passo della Mula Monte Garavè, Colle della Seppa, Monte Boglelio, Castellaro, Monteforte, Varzi

Sviluppo Indicativo

58,5 Km

Tempo indicativo

20h

Altitudine partenza/arrivo

metri 416 – Varzi

Altezza massima

1555 metri - Colle dell'Armà 

Dislivello salita/discesa 

metri 3249

% ciclabilità salita       

100% includendo le varianti per la MTB

% ciclabilità discesa     

100 %

Difficoltà TRK/MTB

EE - E

Accesso stradale           

Varzi è posta sulla statale del Monte Penice, proveniente da Voghera.

Segnavia

Vedi descrizione; il percorso è quasi interamente segnalato dai segnavia bianco-rossi,

Tappa

Partenza

Arrivo

TRK km

salita metri

discesa metri

1

Varzi

Passo del Brallo

25,6

1514

979

2

Passo del Brallo

Passo del Giovà

11,5

1051

636

3

Passo del Giovà

Varzi

21,4

684

1634

 

 

 

58,5

3249

3249

Note al Percorso
L'itinerario descritto ha uno sviluppo complessivo di circa 60 chilometri. La suddivisione in tappe è indicativa, perché la ricchezza di punti di appoggio consente una più ampia libertà di scelta. Vari sentieri di allacciamento all' Alta Via indicati nella descrizione, consentono di interrompere in più punti l'anello con una rapida discesa a valle. L'assenza di difficoltà tecniche e di pericoli oggettivi, lascia libera la scelta della stagione. Alla comune cornice di una natura a misura d'uomo e di vecchie frazioni testimoni di un mondo lontano ma ricco di antiche tradizioni, il visitatore potrà così aggiungere il fascino dei colori dell' autunno o lo splendore della fioritura della tarda primavera. Consigliabile anche il percorso invernale con gli sci escursionistici, mentre l'unico periodo poco indicato è il culmine dell' estate, quando i tratti a bassa quota potranno risultare eccessivamente afosi. Il percorso ci propone la partenza a Varzi, risalendo da Pietragavina, andando qui a ritrovare il Sentiero Europeo E7 (segnato anche dal 101), sentiero che. dopo aver lasciato il Monte Lesima, va ad unirsi alla Via del Sale nei pressi del Monte Chiappo. Percorreremo questa via al contrario fino a Varzi. Il segnavia era un quadrato giallo tra i segnavia bianco rossi, oggi non esiste più se non in pochissimi punti, sostituito dai nuovi segnavia del CAI, così come il triangolo blu sostituito dal 101. Il percorso si può suddividere in tre tappe da 20 km circa cad. Si può anche suddividerlo in due tappe. Per la MTB i 60 km possono risultare troppi in una unica tappa. Cosa che si può pensare di fare usufruendo delle MTB assistite

Descrizione
Dalla Piazza della Fiera di Varzi (416 metri) si raggiunge Via Pietro Mazza (variante 1 MTB), si attraversa e si prosegue dritto in Via Luigi Mazza (sentiero CAI 001), stradina asfaltata che in breve diventa una sterrata. Il sentiero costeggia la destra orografica del Rio Reponte salendo leggermente fra orti, boschetti di robinia, piante da frutta, oltrepassando alcuni casolari. Poco più avanti la mulattiera termina ad una fontana con delle panchine, poco prima si innalza a sinistra uno stretto sentiero (catena) che passa al fianco di un cascinotto (494 metri), al bivio teniamo la sinistra ed il sentiero diventa una stradina sterrata, che passa un secondo cascinotto, da qui diventa ripida nel finale dove raggiunge la strada che collega Varzi a Rosara (558 metri). Si volta a destra. Il crinale che stiamo risalendo è posto tra le due vallette calanchive del Reponte: a destra Superiore, quella di sinistra, la Inferiore.  Passata Cascina Mornarone si raggiunge, al bivio per Mossago he tralasciamo, dapprima Chiesa di Rosara (608 metri) e poi Rosara (636 metri), ben visibili di fronte a noi. Passiamo il paese risalendo, il segnavia indica il sentiero che taglia un tornante. La strada si mette decisamente più in piano, segnalata dai segnavia bianco-rossi (001 accompagnati dal 113 che proviene da  sinistra). Oltre Rosara, la strada diventa  più agevole entrando in un bosco di castagni; sulla sinistra il Monte Cucco, sulla destra un bosco di abeti rossi. La comoda strada sterrata scende a Pietragavina (798 metri) che attraversiamo lungo le vie lastricate arrivando al bivio che risale alla piazzola di fronte al Castello  e alla chiesa di San Giovanni Battista posta al suo fianco.  Teniamo la dritta, poi scendiamo a destra e si scende al Passo Pietragavina (729 metri). Dal passo arriva la strada che collega Varzi a Zavattarello, noi attraversiamo direzione Santa Cristina. Passato i bivi per Casa Fiori-Casa Cabano-Torretta e per Ranfusina (vedi variante 2 MTB) arriviamo a Santa Cristina (737 metri). Entriamo in paese lasciando il bivio per collegio (fonte), qui inizia il sentiero sempre segnato con il 001. La via diventa più ripida ma apre i panorami attorno a noi. Arriviamo ad un bivio alla quota 947 metri, da qui arriva la sterrata dalle Case Ranfusina, andiamo a destra seguendo lo 001 che seguiremo fino in vetta al Monte Penice. Siamo in zona Piano degli Alberi. Proseguiamo verso destra, lasciamo una sterrata a destra e, poco più avanti, arriviamo in località Piano degli Alberi: la via spiana leggermente. Si può notare la Fontana dell’Acquafredda (965 metri), un’edicola votiva in legno e, poco più avanti, riparato, un piccolo rifugio. Proseguiamo sempre sulla strada seguendo i segnavia bianco-rossi; rientriamo nel bosco assaporando, se d’estate, la frescura del luogo. Poi proseguiamo sulla via principale al bivio che segue. Poco più avanti, nei pressi di un capanno, dalla via principale partono dei sentieri. Uno di questi indica con palina il “Sentiero del Sabbione”. Noi proseguiamo alla dritta, seguendo le indicazioni sulla palina di “Strada di Costa d’Alpe”. Entriamo così nella Riserva Naturale del Monte Alpe, zona boschiva dalla bellezza notevole che in parte cela i danni dell’incendio che distrusse la maggior parte dei boschi. Il percorso rimane sempre in salita, non particolarmente dura ma impegnativa; si alternano tratti più pianeggianti che permettono di respirare. Arriviamo così ad incrociare, sulla nostra destra, la palina con l’indicazione per il “Sentiero del Bricchetto” (1133 metri). Naturalmente teniamo la strada principale e, dopo una breve discesa, incrociamo una mulattiera a sinistra (bivio, 1135 metri) che porta a Romagnese/Zavattarello (ci sono indicazioni ormai sbiadite che indicano per Casa Matti), proseguiamo seguendo la via lungo Costa d’Alpe. La strada resta sul crinale quasi pianeggiante fino alle indicazioni della palina sulla destra per il Piano Margarino (1145 metri) (vedi variante 1). Quando ricomincia la salita, lasciamo le mulattiere che partono dalla nostra sinistra fino ad arrivare alla palina che segnala il “Sentiero del Blusa” (1225 metri). Siamo quasi in fondo alla salita, ma possiamo fare una sosta per ammirare il panorama che apre la vista alla maggior parte dei monti che compongono l’ossatura montana di questa zona: a sinistra, il Monte Alpe, il Penice con le sue antenne, l’Alfeo, il Lesima con la sua stazione radar, il Chiappo, il Boglelio e, più nascosto, il Giarolo con altre antenne. Arriviamo finalmente in cima al percorso nei pressi del Monte Alpe (1150 metri) dove troviamo delle panchine utili per un breve riposo: si può riprendere fiato e ammirare i prati intorno, con il Monte Alpe alle spalle. Ci si trova ora nella Riserva Parziale Biogenetica. Qui, in primavera, i prati di vetta sono coperti di narcisi, genziane, primule, orchidee e margherite. In inverno si possono osservare le tracce di lepre, volpe, cinghiale. (vedi variante 3 MTB) Seguiamo in discesa la mulattiera principale, ma prima di arrivare si possono osserva re alcuni ceppi troncoconici sparsi nel bosco che contengono nidi di Formica rufa, introdotta per eliminare la processionaria e proteggere i pini. Dopo alcune curve, arriviamo alla ex strada statale n° 461 in località Tre Passi (1101 metri), crocevia di alcune valli quali la valle dell’Aronchio e del Tidone, nei cui pressi si trova l’Oratorio dell’Ospedaletto, l'osteria con alloggio e la piccola chiesetta ospitavano i pellegrini "Romei" che si recavano che proseguivano verso l’Abbazia di Bobbio e a Roma lungo l'Appennino. Seguiamo la strada che ci porta al Passo Penice (stele) che, in pochi passi, porta al bivio tra il Passo Penice e il Passo del Brallo (vedi variante 4 MTB), il sentiero risale dritto a noi e ripido. Attraversando un bosco di conifere, sale ripida fino ad incrociare alcune villette, sbucando sulla asfaltata che risale dal Passo Penice. Seguendo la asfaltata ed i sentieri che la tagliano arriviamo, all'ultimo bivio  ch risale alla vetta dove si trova il Santuario Mariano (1462 metri). Il secolare Santuario venne fondato dal monaco irlandese S. Colombano attorno all'anno 615. Da qui si può ammirare un ampio panorama: a Nord oltre le colline la Pianura Padana con la cerchia delle Alpi, a Sud la catena Appenninica ed a Est la Val Trebbia con Bobbio. L'unica nota stonata sono le numerose antenne televisive che ne deturpano non solo il panorama, ma soprattutto il paesaggio. Per riprendere il nostro percorso si deve ridiscendere di una curva fino ad una zona prativa dove parte il sentiero marcato dai segnavia bianco-rossi e 101. Prima in piano, poi sempre più in discesa ripida, troviamo un sentiero a sinistra in corrispondenza del segnavia bianco-rosso posto sull’albero; lo oltrepassiamo e si prosegue sulla sterrata sassosa, si arriva ad una breve salita in corrispondenza di un cascinale in pietra dove si riprende a scendere velocemente. Siamo usciti dal bosco e la sterrata prosegue tra prati. Al bivio lasciamo la strada principale e risaliamo sulla traccia visibile tra i prati, segnavia bianco-rossi, per scendere definitivamente al Passo della Scaparina (1108 metri) praticamente nel cortile del bar (piccola cucina) omonimo (poco male se sbagliamo perché il Passo della Scaparina è vicino e ben visibile). A pochi passi, a destra, le indicazioni ci portano alla Pernice Rossa, luogo incantevole dove troviamo la Pernice Rossa, che ci può accogliere per la notte. Dal Passo della Scaparina dobbiamo seguire la strada asfaltata in direzione Passo del Brallo, la strada procede in leggera salita fino ad incrociare il sentiero a sinistra che risale, oltrepassa un bivio ed arriva alla strada asfaltata che proviene da Ceci (1127 metri). Attraversiamo la strada per il sentiero in fronte e, al primo bivio, teniamo sempre le stesse indicazioni, risalendo a piedi o restando al fianco del percorso, purtroppo rovinato dal frequente passaggio delle moto. Al primo crocevia (1127 metri) teniamo la via dritta seguendo il 101, al successivo bivio la destra, lasciando il 101 sulla sinistra (si può seguire anche questo perchè porta anch'esso al Rifugio della Faggeta. Il sentiero scende nel bosco, al bivio si prende a sinistra e si arriva alla strada asfaltata (Piano della Crocetta) (101), collegamento tra il Passo del Brallo, e Dezza-Rifugio Pian della Faggeta.  Andiamo a destra, la strada corre in discesa, incrocia la strada che a destra scende al Passo del Brallo (951 metri), anch'esso crocevia di numerosi sentieri segnalati. Qui termina la prima tappa.
Passo del Brallo (951 metri) (vedi variante 5 MTB) si seguono i segnavia bianco-rossi (101-VL1). Usciti dalle case si arriva ad un bivio, posizionato pochi metri già sulla strada per Colletta, troviamo il segnavia del 101 che risale alla strada asfaltata, risaliamo a sinistra sulla asfaltata, al bivio per Bocco entriamo in paese e lo attraversiamo con passaggi particolari tra le case e i cortili, si esce dal paese, si arriva alla fontana (1074 metri) dove da qui partono i sentieri 101 e VL1 e quello più a sinistra che porta a Cencerate. Si tiene la destra e si risale con pendenza buona risalendo fino ad un bivio (quota 1290 circa) : a destra il sentiero prosegue per il Rifugio Nassano; a sinistra si risale, non senza fatica fino alla Cima Colletta (1490 metri). Proseguiamo sul sentiero che, in zona prativa, punta sul crinale, entra nel bosco, compone qualche saliscendi a zig-zag tra gli alberi, recupera il bivio per il sentiero 109 (1417 metri) che proveniva da Bocco e si raggiunge la Sella La Colla (1350 metri). Si imbocca il sentiero con segnavia biancorosso CAI 101, troviamo anche un segnavia che ci indica "Anello del Lesima". Si sale nella faggeta, quindi il percorso spiana, raggiungendo la cima del Monte La Colla (1438 metri) ammantata dal bosco, quindi scende alla sella prativa (1413 metri) e il successivo Monte Terme (1489 metri). Si risale quest’ultimo con un percorso prevalentemente all’aperto, su una cresta erbosa, da cui la vista si apre a sinistra sulla valle del torrente Avagnone, tributario di sinistra del fiume Trebbia, e del complesso turistico insediato presso il Pian del Lesima; a destra, la valle del torrente Staffora e la Via del Sale che porta al monte Chiappo. Si scende quindi al Passo della Ritorta (1448 metri), dove il sentiero correndo tra vasti pascoli si riavvicina alla strada asfaltata che collega i passi del Brallo e del Giovà. Si riprende a salire, tra prati e radi gruppi di faggi, sul crinale fino al Colle del Terme (1512 metri), dove si incontra su di un albero isolato un cartello CAI che segnala un bivio (quota 1540 metri circa). Alla palina del sentiero 101y, a destra si prosegue sul nostro percorso che arriva alla rotabile (1560 meri circa) che risale verso il Monte Lesima, a sinistra si fanno pochi passi e si prende a destra il sentiero segnato che rientra nel bosco. Arriviamo ad un bivio con il sentiero 101z (quota 1560 circa) che proviene dalla cima del Monte Lesima, naturalmente restiamo a destra e percorreremo tutto questo tratto, tra meravigliosi faggi, che rimane parallelo alla strada asfaltata a volte visualizzandola. Restando in costa si esce allo scoperto dal bosco nel punto in cui troviamo un sentiero a sinistra (quota 1549 metri), facciamo una piccola deviazione di pochi passi perchè si apre a noi tutto il crinale tra il Monte Lesima e la Cima Colletta e alla Via del Sale. Ritornati sui nostri passi con alcuni saliscendi si scende definitivamente al Colle di Pey (1375 metri), al bivio con il sentiero 121. Si prosegue sulla strada asfaltata, ancora un breve tratto su asfalto e siamo al Passo del Giovà (1366 metri). Qui termina la seconda tappa.

Lasciato l'ex albergo Giovà, prendiamo andiamo a sinistra, lasciando a destra la strada che prosegue a Pian del Poggio e a sinistra la strada che porta a Zerba-Ottone in Val Boreca. Proseguendo sulla strada arriviamo ad un altro bivio dove lasciamo le indicazioni per Varzi e proseguire a sinistra, in breve si arriva alla Cappelletta degli Alpini (1423 metri), a destra ed in fronte parte un sentiero, che ci porta ad incrociare la strada asfaltata sotto la risalita della seggiovia di Pian del Poggio-Monte Chiappo. Troviamo la indicazione della Via del Sale, in effetti questo è un tratto di raccordo. Risaliti, passando al di sotto della seggiovia (cabina) si risale al Colle dell'Armà (1555 metri), dove troviamo la via del Sale che a sinistra risale il Monte Chiappo, a destra è la nostra via. La Via del Sale ora la seguiremo al contrario del normale senso di marcia, accompagnati dai segnavia 105 e 002. Attraversando zone prative al fianco della recinzione, si scende passando un cancelletto, entriamo nel bosco. Restiamo sulla sinistra del Monte Rotondo e, risalendo, troviamo il Passo della Mula (1488 metri) al bivio con il sentiero che scende dalla sua vetta (edicola votiva). Dobbiamo risalire al Monte Garavè (1549 metri). Da qui si scende tra le tante tracce disegnate sui parti, in fondo, nel bosco, arriviamo al Colle della Seppa (1481 metri). Si risale con poca pendenza. fino alla bivio con il sentiero 110 e alle pendici del Monte Bagnolo entrambe sulla nostra sinistra. Arriviamo al piccolo rifugio Laguione. Attraversiamo la zona panoramica del Piano della Bonazza, risalendo arriviamo al bivio con la sterrata che, da sinistra, arriva da Forotondo. Lo passiamo e in breve arriviamo ad un cancelletto, poco più avanti tra due filari di pini siamo sul Monte Boglelio (1492 metri). Seguiamo la nostra via che ridiscende sul Piano della Mora, fino al Rifugio omonimo, tra i prati a sinistra, risale la via del mare, in effetti qui le due vie di congiungono. Lasciamo quindi il 105. e restiamo sulla Via del Sale (002). Passato il bivio con il sentiero 004 proveniente da Cegni e quella che risale dalla Madonna del Bocco, si scende, la strada devia a destra, la Via del Sale prosegue a sinistra.  La via è diventata un sentiero. Si comincia a scendere con più pendenza. Dopo un lungo tratto vediamo un bivio, un tempo la via del sale proseguiva a sinistra, la strada è rovinata; la nuova via prosegue a destra. Scesi la vecchia e la nuova via si ricongiungono. Scesi ancora prendiamo a destra ad un bivio, in breve ci ritroviamo al'incrocia con una mulattiera più larga. Andiamo a destra. Questo tratto ci porta alla confluenza con sentiero a sinistra, lasciamo quindi la mulattiera che prosegue a destra. Il sentiero scende ripido. Arriviamo ad incrociare una sterrata più larga (costruzione per l'acquedotto). Si scende a sinistra. Altro bivio e si tiene la sinistra. Ritorniamo su sentiero scavato. Il sentiero arriva all'ennesimo bivio con una sterrata, andiamo a sinistra; sterrata sassosa. Arriviamo alla  Sorgente la Fornace - 939 metri. Costeggiando il Rio Castellaro si arriva ad una seconda costruzione per l'acquedotto, teniamo la via di destra. Arriviamo ad un altro bivio dove teniamo la destra, in breve arriviamo al Castellaro (741 metri) al Ristorante Primula Bianca. Entriamo dritti in paese, passiamo la chiesa e proseguiamo nella parte alta del paese percorrendone le strette vie. Trovato il sentiero, si prende quello di destra che risale ancora di un poco, per poi ridiscendere fino alla asfaltata tra Varzi e Castellaro; quindi svoltiamo a sinistra, evitando così un tratto di strada asfaltata. Primo pezzo in discesa, poi si risale brevemente e si raggiunge lo spiazzo dove abbiamo iniziato la prima discesa. Ora prendiamo a sinistra il sentiero della Via del Sale. Primo tratto in piano che poi corre in discesa nel bosco: una discesa non veloce, ma molto bella; un bivio in corrispondenza di una curva a sinistra in un punto molto scavato. Teniamo la sinistra che arriva ad incrociare una larga sterrata: è il Sentiero del Grillo (che prosegue per Bosmenso sul percorso che abbiamo fatto nella prima parte). Andiamo a sinistra, destinazione Monteforte, su questo sentiero che mantiene anche le indicazioni della Via del Sale (segnavia bianco-rossi). La sterrata, un tempo, era molto stretta e più bella per gli amanti della mtb; ora è una larga sterrata che ci porta in una zona calanchiva e sbuca nei pressi dell’abitato di Monteforte (696 metri), che raggiungiamo svoltando a destra (fontana). Da qui inizia il tratto finale in discesa per Varzi. Dalla fontana teniamo la destra dove troviamo di nuovo la sterrata che corre veloce; si passa una zona calanchiva, fino ad un bivio dove a sinistra notiamo i cartelli della Via del Sale, (a destra è un’alternativa valida, ma meno impegnativa). Da qui ha inizio quello che viene chiamato il Fosso di Monteforte. Passiamo un casolare tenendo la dritta al sentiero che scende a destra: il sentiero è sempre più stretto, pietroso, da guidare con abilità. La bicicletta è messa a dura prova poiché il fondo è roccioso, con gradoni: un punto veramente difficile. Si arriva nel fondo del percorso, si attraversa il rio Monteforte, un breve tratto per raggiungere il letto del torrente Staffora: teniamo la sinistra e percorriamo la sterrata che lo costeggia, una brevissima salitella e raggiungiamo il centro di Varzi.

Varianti MTB
Variante 1
La variante è solo una diversa interpretazione della prima parte del percorso, ci permette di arrivare a Pietragavina facendo solo sterrato.
Dalla piazza della Fiera in Varzi procediamo in direzione del passo del Brallo-Penice. Dopo che ci si è immessi sulla strada statale, si prende a sinistra Via Verdi in salita. Al termine delle case e dell’asfalto, inizia il sentiero che porta a Pietragavina, lo stesso percorso dai nostri vecchi prima dell’avvento della provinciale. Qualche centinaio di metri nei pressi di Gabarda (469 metri) e si procede a sinistra in salita costeggiando una villetta. Successivamente si prosegue a fianco della provinciale che da Varzi sale a Pietragavina e, tenendo la destra nei seguenti due incroci (c’è sempre la linea della massima pendenza), si transita nei pressi di un capannone dove si prosegue seguendo diritto i segnavia bianco-rossi, che ci portano all'agriturismo Ca’ De Figo (561 metri). Si prosegue ancora diritto seguendo la mulattiera con il fondo in pietre in salita che, dopo un po’, spiana leggermente dove il sentiero diventa un poco più stretto; si raggiunge così un punto panoramico, nel piazzale della Cascina del Vento (666 metri). Lì si comincia a intravedere Pietragavina e il Castello di Oramala. Dopo un tratto pianeggiante, si ricomincia a salire nel punto dove il tratturo scopre le antiche pietre della vecchia mulattiera. Prima di entrare in Pietragavina, la strada diventa asfaltata e ne incrocia un’altra dove si svolta a sinistra. Si prosegue ora tra le case dell’abitato. Svoltiamo ora a destra in rapida discesa e arriviamo al Passo di Pietragavina.
Variante 2
La variante risale alle Case Ranfusina, strada asfaltata che diventa sterrata e arriva al percorso base al bivio con il sentiero che proveniva da Santa Cristina. Una via più pedalabile.
Variante 3
Dal Monte Alpe si può scendere sul sentiero a destra che parte al fianco della panchina, lasciando la via principale; più divertente.
Variante 4
Meglio fare la strada asfaltata che porta al passo Penice e da qui risalire alla vetta del Monte Penice; sicuramente è pedalabile.
Variante 5
Dal Passo del Brallo è meglio proseguire sulla asfaltata che porta al Colletta (Rifugio Nassano), proseguire sulla asfaltata (fontana) che risale al Passo la Colla. Sempre sulla asfaltata arriviamo al bivio con la strada che risale verso il ripetitore del Monte Lesima. Con poche curve, molto ripide, arriviamo ad incrociare il sentiero principale.