Crinali e Monti, le dorsali che compongono la ossatura delle Quattro Province
Torna alla Intro degli Itinerari Tematici
Alcune video- clip
Una parte complessa, interessante, ma soprattutto indispensabile alla comprensione del territorio delle Quattro Province e più in dettaglio l'Oltrepò Pavese, lo rivestono i numerosi crinali che dai monti che volgono verso il genovese, si espandano a ventaglio fino alla pianura. Restando sempre in quella sfera che circonda il viaggiatore, sappiamo che su questi crinali transitano le principali vie sentieristiche di questi luoghi, la tante Vie del Sale a ridosso delle Valli Staffora, Curone, Borbera, la Via del Mare, mentre altri crinali sono di livello Europeo, quali il Sentiero E7, il sentiero El e La Via Longa che si intrecciano e si scambiano il percorso accomunandoli in una grande via che li porta verso Mar Ligure, non prima di aver incontrato quell'asse portante della sentieristica escursionistica, chiamata la Alta Via dei Monti Liguri, che corre appunto lungo tutto il crinale dellAppenino Ligure, che da La Spezia porta a Ventimiglia. Ecco, siamo partiti da qui perchè è da un punto chiamato Passo della Lavagnola che parte una diramazione del crinale che arriva al Monte Prelà, punto focale per cominciare a tracciare queste vie immaginaric, che poi tanto immaginarie non sono, lungo tutto il nostro territorio. Da questo monte partono due fiumi lo Scrivia (dalle sorgenti è chiamato Laccio) e il Trebbia, che svolgono il compito di immaginario perimetro delle Quattro Province. Per un breve tratto, dopo le sorgenti volgono verso sud, poi si diramano rispettivamente verso ovest ed est, e si aprono a ventaglio per poi prendere la direzione verso la Pianura Padana e quindi verso io Po, formando la imponente rete delle Valli, Crinali, Corsi d'Acqua e Monti di questo meraviglioso territorio.
La base di partenza
Partendo appunto dal Monte Prelà ci imbattiamo subito con il crinale che dal Monte Duso, attraverso il Monti Liprando e Banca scende verso Montoggio tra le valli Scrivia e Brevenna. Passo il Monte Cremado e si arriva al Monte Antola, nodo centrale perchè è da qui che si diramano i vari crinali principali, tutti rigorosamente solcati dai sopracitati sentieri, ma anche da una rete di sentieri, di minore importanza, che però appagano l'escursionista a piedi e il 'biker' in bicicletta da montagna.
Il ramo alessandrino
Questo si imbatte quasi subito con il Monte Buio dal quale parte la costa che attraverso i monti Rinudo, Alpisella e Proventino, volge verso Crocefieschi tra la Vai Brevenna e Vallenzona, poi Vobbia, quasi parallela alla precedente.
Dal Mone Buio nasce un crinale importante e di notevoli dimensioni che ci porta fino ad Arquata Scrivia, ma partiamo per gradi: passato il Monte Sopra Costa si arriva al Valico di San Clemente sul quale troviamo la bella Cappella di San Fermo in un punto panoramico. Da qui parte un breve crinale che, attraverso la Costa di Dova e il Monte Saia, volge verso il torrente Borbera. Torniamo un passo indietro e precisamente al Valico di San Fermo, per iniziare questo lungo viaggio lungo questo crinale. Arriviamo alla Cima dell'Erta dal quale parte una dorsale che attraverso il Monte Bossola porta a Rocchetta Ligure alla confluenza del Torrente Sisola con il Torrente Borbera. Dalla Cima dell'Erta si prosegue verso il Valico di Costa Salata, punto focale dei passaggi dei mercanti del sale, e quindi delle vie escursionistiche chiamate "Vie del Sale', per arrivare al Bric dell Camere, dove parte una brevissima dorsale che arriva all'Alpe di Cassissa, luogo incantevole. Dal Bric delle Camere, attraverso il valico posto nelle vicinanze di Borassi, passando dal Monte Osesa, parte il Costone della Ripa, che sbuca all'imbocco delle strette della Val Borbera, nei pressi di Cantalupo Ligure. Dal Monte Osesa si prosegue per il Monte Castagnaro, passare il valico di Lemmi, e proseguire verso ovest, tra le valli Borbera e Spinti, lungo la Costa Jamue, per terminare ad Arquata Scrivia.
Facciamo un passo indietro ritornando al Monte Antola, e percorriamo il crinale dal quale poi nasce tutta la rete delle dorsali che compongono la ossatura delle'Oltrepò Pavese. Un piccolo passo e siamo sul Monte delle Tre Croci (chiamato così perchè ancora oggi si trovano tre croci anonime in legno) dal quale parte una piccola costa che porta al Monte Carmetto che si getta sulla confluenza tra il Rio Borbera e Torrente Agnellasca. Proseguendo sulla nostra via passiamo il Monte Pio di Brugneto dove parte una breve dorsale che transita dalla Costa dei Fresco e terminare sui meravigliosi prati dell'Altopiano ai piedi dei Monte della Cavalla, in panoramica sulla Vai Trebbia e al caratteristico paesino di Fontanarossa. Arriviamo alle Capanne di Carrega, valico importante che collega la Val Trebbia, da Rovegno, con la Val Borbera a Cabelia Ligure, dove si sale subito per il Monte Carmo dal quale parte questa dorsale che, attraverso il Monte Pecoraia e il Passo della Maddalena arriva al Monte Busasca, da qui traccia due brevi dorsali per il Monte Zuccarello e il Monte Roconovo lungo la Costa di Vaccarezza a picco sui paesini di Pizzonero e Belnome, la terza, e più importante, traccia la linea verso il Monte Alfeo, la montagna sacra in pieno centro di questa meravigliosa e poco sfruttata valle che è attarevrsata dal Torrente Boreca. Il crinale termina sui meravigliosi prati dei Prà di Co', vero paradiso panoramico sulla Vai Trebbia e Boreca. Il nostro percorso torna al Poggio Rondino e al Monte Legna dal quale parte una piccola dorsale verso il Monte Porreio che si getta a picco alla confluenza tra il Torrente Agnellasca con il Torrente Cosorella; i due torrenti qui danno vita al più importante Torrente Borbera. Arriviamo quindi alle Capanne di Cosola, valico tra le valle Borbera e le Valli Staffora e Trebbia attraverso il Passo del Giovà. Si fa presto a capire che questo è un punto strategico per quello che vi stiamo descrivendo, vuoi che per un fattore di transito autostradale, vuoi che questo diventi un posto tappa per la maggior parte degli escursionisti, ma soprattutto perchè da qui, e più precisamente dal vicino Monte Chiappo, la via principale che porta al mare fin qui unita, si dirama in tre dorsali che danno vita ad altrettanti sentieri per le provincie di Alessandria, Pavia e Piacenza; tre grandi vie che si chiamano rispettivamente la la bretella di collegamento alla Via del Mare che transita dal Monte Giarolo, la Via del Mare e/o Via del Sale che si uniscono al Monte Boglelio e il Sentiero Europeo El o Via Longa 1, attraverso i Monti Lesima, Cima Colletta e Monte Penice.
Iniziamo dal ramo più ad ovest che ci porta a scoprire le dorsali in Provincia di Alessandria e lo
facciamo lungo il tratto che ci porta al Monte Giarolo, dorsale spoglia e per questo molto panoramica via. Facciamo tappa al Monte Ebro, panoramica cima con la croce ben visibile anche dalla pianura, da qui parte la dorsale che tocca i Monti Roncasso e Pragasso che volge verso la Val Borbera attraverso la Costa delle Melighe. Proseguiamo poi verso il Monte Panà e Gropà dove incontriamo le stazioni sciistiche e di "downhill", (termine tecnico con il quale si individua una branchia della "mountain bike" riservata a veri artisti, per capirci meglio i "bikers" si lanciano a tutta velocità dalle piste da sci con salti e curve da mozzafiato. Arriviamo così al Monte Giarolo, con la sua imponente statua dedicata al Redentore, da dove partono tre tronconi: all'estremo lato di sinistra si dirama la Costa Vendersi che scende a Cantalupo Ligure. All'estremo lato di destra percorre la Costa della Gabbia, la dorsale tra il Torrente Museglia e Torrente Curone, passa il paese di Serra, riprende dal Monte Sigretta, arriva a Codevico e scende dal Monte Cugni a San Sebastiano Curone, dove il Museglia riceve le acque del Torrente Arzola e si gettano assieme nel Torrente Curone. Il troncone centrale da vita ad una dorsale, continuazione del sentiero chiamato "la bretella di collegamento alla Via del mare", nel ramo tra la Vai Grue e la Vai Curone. Si scende quindi lungo la Costa Lesaie e sbucare a Borgo Adorno nei pressi del bellissimo Castello, si riprende lungo la Costa delle Vaie e la Costa di Bregni per transitare a Dernice, riconquistare il Monte della Croce, il Monte Mogliazza ed il Monte Cucco nei pressi di Brignano Frascata con il suo bel Castello, da qui partono le varie colline e diramazioni lungo le colline che scendono verso Tortona.
Ritorniamo al Monte Chiappo e percorriamo ora il ramo centrale chiamato "Via del mare" e "Via del sale", nel tratto tra l'Alta Valle Curonc e la Alta Valle Staffora ai confini delle province di Alessandria e Pavia. La dorsale tocca in sequenza il Monte Rotondo, Il Monte Garave, leggermente più spostato 11 Monte Carmo, transitare sul Monte Bogleio, proseguire al Piano della Mora, luogo panoramico sulle Valli Staffora e Curone ma soprattutto alla vista della Pianura Padana e di un lungo tratto della catena delle Alpi, quindi da tenere parecchio in considerazione. Questa via prosegue la "Via del Mare" fino al Monte Brienzone e scemare nei pressi di Tortona, seguendo l'andamento parallelo delle Valli Curone e Staffora che, in questo tratto, compongono una curva verso ovest per poi riprendere l'andamento più a sud prima di gettarsi nel Po; quindi dal Piano della Mora si scende dal Bric Alvaia fino a raggiungere Cella di Varzi, risalire sul Bric dei Monti, riprendere la salita tra i calanchi del Poggio di Dego ed iniziare un percorso più collinare lungo la Costa di Martino, arrivare al Monte Brugi e transitare al Passo di Caiella, arriviamo quindi a solcare i Torrioni del Monte Vallassa uno dei punti più importanti di interesse non solo paesaggistico, ma anche storico ed archeologico. Lasciato il Monte Vallassa si transita dal vicino Monte Penola, arrivare al Castello di Pozzo! Groppo ed infine al Monte Brienzone, ultimo baluardo a ridosso di Volpedo e Salice Terme.
Il ramo pavese
Partiamo da un piccolo passo indietro sulla via del mare e del sale e precisamente dal Piano della Mora dove le due vie si dividono e la via centrale corre lungo la prosecuzione della Via del Sale, transitare dal paese di Castellaro e correre lungo questo filo che arriva a Varzi passando sopra il paese di Monteforte, tra la valletta del Torrente Lella e la Valle Staffora.
Bisogna ora fare un passo molto indietro e tornare al Monte Chiappo e considerare il terzo ramo che porta fino alla provincia cli Piacenza, ramo che compone il sentiero Europeo E7/Via Longal, dal quale però partono tutte le dorsali che compongono la ossatura montana e collinare d'Oltrepò Pavese, zona che possiamo inquadrare tra la Valle Staffora e il Rio Bardonezza ai confini dell'Oltrepò Pavese orientale. Scendiamo ora al Passo del Giovà per risalire ai Monte Tartago dove,verso sud, arriviamo al vicinissimo Monte Lesima, lungo incantevole, sul quale è stata installata una meno incantevole stazione radar. Scendendo dal Monte Lesima la breve dorsale transita dal Monte Lesimina e lungo la Costa del Gazzo, per scemare esattamente sul questo sperone dove troviamo la torre del Castello di Zerba, in vista panoramica sul Trebbia dove qui
compone alcune anse e raccolgliere le acque del Torrente Boreca. Dal Monte Tartago proseguiamo lungo la nostra via e transitare sul Monte La Colla e sui prati della Cima Colletta, zona un tempo frequentata da sciatori. Da qui si scende fortemente verso il Passo del Brallo, luogo di collegamento tra la Alta Valle Staffora e la Val Trebbia. La dorsale riprende qui a salire, transitando dal Rifugio della Faggeta e percorrere il tratto di costa che collega il Passo del Brallo al Passo del Penice, transitando dalla Cima di Vallescura e il Monte Scaparina, lungo la strada asfaltata che collega appunto i due passi. Dal Monte Scaparina parte una breve dorsale che termina al Poggio, sovrastante il paese di Montemartino, frazione di Menconico, che corre a ridosso dei prati detti dei Roncassi, luogo di passaggio per i tanti odierni visitatori che, in un lontano passato tra leggende e storia, ci indica che questo è stato il passaggio dei pellegrini diretti a Bobbio. Dal Passo della Scaparina si risale ripido verso il Monte Penice a ridosso del Santuario posto sulla sua cima. Dal Monte Penice si diramano le due vie principali: la prima prosegue verso la Provincia di Piacenza, transitando dal Monte Pan Perduto e dal Monte di Pietra Corva, sede del Giardino Alpino omonimo, luogo di interesse ed eccellenza, e comporre una dorsale chiamata Costa di Lazzarello, che corre sul confine piacentino e termina al paese di San Silverio, a ridosso del Lago di Trebecco chiamata anche Diga del Molato. La seconda compone la intrecciata e complicata rete di crinali e dorsali dell'Oltrepò Pavese, non prima di essere scesi ai Tre Passi, e risaliti al vicino Monte Alpe, sede della Riserva Naturale, altro luogo di interesse ed eccellenza. Poco più avanti del Monte Alpe parte, verso sud, la Costa di Castelvecchio che transita dal Monte Calenzone, scemando a ridosso di Zavattarello. mentre a sud-ovest parte un breve sperone per il Colle della Crocetta. Proseguiamo vesro nord-ovest lungo la Costa d'Alpe, transitare dal Passo di Pietragavina e risalire lungo la Costa che porta al Monte Bruno, da qui il sistema delle dorsali d'Oltrepò Pavese si apre a formare un ventaglio.
Una dorsale parte dal Monte Bruno, transita al Monte dei Marroni, passa dal Monte dei Coppini, sopra l'Eremo di Sant'Alberto, seguendo l'andamento che volge ad ovest tra le Valli Staffora e Nizza, per scemare a Pizzocorno da un lato e dall'altro a Bagnaria, lungo le creste frastagliate e calanchive dei Monte Sgarala. La seconda dorsale parte poco più avanti dal Monte Tre Termini, a ridosso di Sant'Albano, arrivare al Monte dell'Orso e seguire la direzione verso ovest che compongono parallelamente le due valli Nizza e Ardivestra, fino al Monte Calcinera e al Monte Lumello sopra Ponte Nizza.
Proseguiamo dal Monte Bruno fino ad arrivare a Torre degli Alberi, dove si dividono due rami: un ramo, volge bruscamente a ponente, ha i suoi piedi nelle vicinanze di Godiasco, l'altro ramo, si dirige a nordest, per Carmine e Pometo, e proseguire verso il confine dell'Oltrepò Orientale al confine con la provincia di Piacenza. Da questi due rami terminali partono, con direzione iniziale a nord, molti speroni, separati dai più importanti torrenti d'Oltrepò Pavese.
11 ramo che da Torre degli Alberi va a Godiasco ha l'aspetto di una catena di colline, diretta da est a ovest. Alla base di questo ramo, a sud, scorre il Torrente Ardivesta, che getta le sue acque nello Staffora presso Godiasco. Verso nord partono molti speroni, diretti dapprima da sud a nord, poi verso nordovest, scemando nelle colline a ridosso della pianura padana. Tra questi brevi dorsali scorrono torrenti, piccoli affluenti di destra del Po, come il Gravenzolo e lo Schizzola ed i più importanti Luria e il Rile di Retorbido, che versa le sue acque nello Sniffora. La prima diramazione parte da Monte Lupo per proseguire verso il Monte Sant' Ambrogio e la Madonna del Monte dove scende tra Rivanazzano e Retorbido tra la valle Staffora dalla valletta del Rile di Retorbido. Una seconda diramazione parte dal passo di Rocca Susella, raggiunge il Terso (luogo panoramico) transitare dal Monte Cavacchia separando la valletta del Rile di Retorbido da quella dello Schizzola. Dal monte Terso tre piccole diramazioni collinari tra le vallette del Luria del Rio Brignolo, del Rile di Mondone e del Rio Fossone. La terza diramazione compone un cordone che parte Costa Cavalieri, per Fortunago dal Monte Pescina(parco di Fortunago), prosegue per Stefanago, transita dal paese di Arpesina, poi da Biancanigi si dirama da un lato verso il Monte
Morino e terminare sul Monte del Ronco, tra la Valle Schizzola e il Torrente Gravenzolo, l'altro lato prosegue per Torre del Monte e discende alla pianura tra valle del Grevenzolo e quella del Ghiaia di Borgoratto nel punto dove prende le acque dell'Anale e del Ghiaia di Montalto per formare il Torrente Coppa che si getta nel Po. L'altra diramazione parte ancora da Costa Cavalieri, prende il nome di Costa Pelata, per Monte Fratello , Staghiglione e scendere a Borgo Pniolo. La Costa Pelata corre piegando verso nord-ovest tra la valli Ghiaia di Montalto e Ghiaia di Borgoratto. 11 secondo ramo volge verso l'Oltrepò Pavese orientale, tanto per intenderci quello considerato zona dei vigneti e produttiva dei famosi vini. Questo volge dapprima a est arrivando a Carmine, da qui si divide in varie diramazioni, la prima delle quali passa per il Castello di Montù, prendendo il nome di Costa del Vento, prosegue per Montalto Pavese dal suo Castello omonimo, separando la valle Ghiaia di Montalto e la Valle Scuropasso. A Montalto Pavese volge per Calvignano fino al Monte Ceresino. La seconda diramazione punta da Pometo per Canevino e seguire la traccia tra le valli Scuropasso e Versa dirgendosi sulle colline di Montecalvo Versiggia, Castana e Canneto Pavese, scemando sulle colline a ridosso di Broni e Stradella. la terza diramazione è la prosecuzione del ramo principale, che proveniva da Torre degli Alberi, che transita da Moncasacco in provincia di Piacenza, proseguire per in paesi di Pizzofreddo e Torrone, per poi scemare sulle colline che, da una parte portano a Montù Beccaria e dall'altro a San Damiano al Colle, Rovescala ed infine Bosnasco, dove raggiunge la pianura. Questo crinale scorre prima tra la Valle Versa e la valle Tidone, poi con la Valle del Bardonezza, confine tra la provincia di Pavia e quella di Piacenza.