VIAGGIO IN OLTREPO' PAVESE
La via dei buoni sapori Borghi e castelli nella terra fatta a grappolo
A vederlo da vicino questo Oltrepo ci si rende conto che i dolci pendii segnati dai filari sono solo un aspetto del paesaggio invitante punteggiato da antichi borghi e castelli.
E anche se in un giro in auto non si deve per forza seguire un itinerario preciso, i percorsi che il Consorzio Tutela dell'Oltrepo Pavese suggerisce possono essere comunque seguiti per conoscere al meglio la zona. Da Casteggio si può cominciare ad avere una prima visione dell’ambiente collinare. Ce la offre la risalita della Valle del torrente Coppa che si “fa largo” fra le colline coltivate a vigna e arriva al comune di Borgo Priolo prima e Borgoratto Mormorolo poi.
A Borgo Priolo qualche minuto può essere dedicato al "Muro della pace", un'insolita realizzazione, voluta dalla locale amministrazione, posta sulla piazza del Municipio. Affrescata dal pittore belga Guy de Yong con due soggetti rappresentanti la "Pace nel mondo" e "La vita agreste", l'opera vuole lanciare un messaggio di pace e fratellanza a tutti gli uomini.
Proseguendo si tocca Fortunago. Il paese, appartenuto ai Malaspina e ai Dal Verme, è stato oggetto di un'efficace opera di restauro che ha preservato l'originale fisionomia di borgo collinare con le case in pietra. La parrocchiale dedicata a Santa Maria e San Giorgio è ricca di opere d'arte. Il ritorno a Casteggio può essere compiuto con la stessa strada fino a Borgo Priolo e da qui, compiendo una deviazione, è consigliabile una visita a Montalto Pavese. I motivi per arrivare a Montalto Pavese sono infatti più di uno: lo è sicuramente la posizione elevata che consente di ammirare le sottostanti valli dello Scuropasso e di Ghiaie, mentre tutto intorno trionfano i vigneti, ma non può essere dimenticato il castello Belcredi che è senza dubbio, per la spettacolare posizione e i pregi architettonici, uno dei più belli del Nord Italia. Dopo aver privilegiato l'arte e all'architettura si può dedicare un po' di tempo anche a un aspetto diverso della storia e della cultura di Montalto. È il museo della civiltà contadina, realizzato dall'amministrazione comunale in frazione Villa Illibardi, che raccoglie testimonianze su quelle che erano le attività di un mondo oggi profondamente mutato. Gli oggetti raccolti sono stati divisi secondo il criterio dei cicli di lavoro che scandivano la vita della campagna. Nel ritorno verso Casteggio si incontra Calvignano, dove sono visibili i resti di un castello risalente al XII secolo, antico possedimento del monastero di San Maiolo di Pavia. La strada provinciale 198 ci consente di lasciare Broni e inoltrarci nella Valle dello Scuropasso. Dopo pochi chilometri una deviazione sulla destra conduce a Cigognola e a Pietra de' Giorgi. Cigognola è dominato dal castello duecentesco e rifatto alla metà del secolo scorso in forme neogotiche con magnifiche balconate in ferro battuto. Anche a Pietra de' Giorgi la storia del paese ha lasciato la sua traccia indelebile: è il quattrocentesco castello costruito dai Beccaria su un edificio precedente. L'abitato sorge in posizione suggestiva lungo il crinale di una collina. Pochi chilometri dividono Pietra de' Giorgi da un altro paese che reca nel nome la memoria di questa antica famiglia. Rocca de' Giorgi che si raggiunge dopo essersi lasciati alle spalle Lirio, un tempo possedimento del monastero di Santa Maria delle Cacce di Pavia, ha il suo centro nella frazione di Villa Fornace dove si trova la villa Giorgi di Vistarino, edificio di stile neoclassico, sottolineato e impreziosito dal verde del parco che lo circonda. Sulla sicurezza della Valle dello Scuropasso vegliava la rocca, detta "di messer Fiorello", le cui mura ancora intatte si ergono possenti su un poggio boscoso. Questo breve itinerario può concludersi toccando Pometo, sede del comune di Ruino e quindi Canevino. Questo ultimo 'paese è abbarbicato su un colle da cui ha inizio il torrente Versa. La posizione sopraelevata regala un colpo d'occhio sul mare di vigne che circonda l'abitato e ci ricorda che la produzione del vino è praticata qui da più di un millennio. Dopo aver ammirato la Valle dello Scuropasso si rischierebbe di commettere un grave peccato d'omissione trascurando di compiere una visita a quell'altrettanto affascinante porzione di Oltrepo che è la Valle del Versa. Punto di partenza ideale può essere Stradella: dalla città delle fisarmoniche le prime tappe di questo itinerario, che all'inizio si snoda lungo il crinale che divide la Valle dello Scuropasso da quella della Versa, saranno Canneto Pavese e Castana. Alto su una bella collina, lambita dalle acque della Versa, Canneto Pavese è paese generoso che concede di ammirare la sapienza delle genti dell'Oltrepò nel disporre i filari delle vigne, e offre agli appassionati d'arte un ricco altare maggiore del'700, decorato con preziosi marmi, racchiuso nella parrocchiale dedicata ai SS. Marcellino, Pietro ed Erasmo. A Castana, antico feudo della famiglia Arrigoni, incontriamo ancora un castello.
Edificato probabilmente nel XIII secolo, fu poi ricostruito nel 1740 dal marchese Giorgio Pallavicino Ttivulzio. La strada corre parallela al torrente Versa, sorvegliata dall'alto dei crinali da diversi centri abitati. Frequente è anche la presenza di abitazioni rustiche, con cantina e stanza per la vinificazione, a sottolineare ancora una volta che il radicamento dell'uomo alla terra, in quest'angolo di Lombardia, è avvenuto all'insegna della viticoltura. Una breve digressione dal fondovalle porta a Montù Beccaria, l'antica Mons Acutus citata già in diplomi degli imperatori Federico I '(1164) e Federico Il' (1220). Il suo castello fu al centro di aspre contese e oggetto di diverse distruzioni. Ritornati sulla direttrice principale si arriva a Santa Maria della Versa, uno dei principali centri vitivinicoli dell'Oltrepo, la capitale della raffinata produzione dello spumante. Oltre che per la sua importanza nel campo enologico il paese deve la sua fama anche all'omonimo santuario, innalzato nel 1639 sulla stessa area nella quale sorgeva l'antichissima chiesetta dedicata 'alla "Madonna della Versa", oggi identificabile nell'abside dell'attuale grande edificio barocco a una navata. Sull'altare maggiore, anch'esso caratterizzato dal fasto e dalla maestosità che contraddistinguono l'arte del XVII secolo, è collocata una tavola a olio, risalente al'400 e raffigurante l'Annunziata. L'ottima fattura dell'insieme ha indotto gli studiosi a parlare di scuola leonardesca. Come molti altri paesi del circondario anche Santa Maria della Versa ha il suo castello. Conosciuto col nome di Giorgi Gambarana, dal nome degli ultimi proprietari, è posto in frazione Soriasco. L'elemento più appariscente è il grande torrione, alto 28 metri e con numerose feritoie.
Dopo Santa Maria della Versa per completare al meglio il nostro lungo itinerario bisogna dirigersi verso Zavattarello, il centro più grande di quell'importante appendice dell'Oltrepo che è la Val Tidone. Le strade che vi arrivano sono due: una tocca Montecalvo Versiggia, l'altra Volpara. Salendo sul colle dove sorge Montecalvo (che a dispetto del nome è coronato da un ombroso bosco) si apre ancora una volta alla vista un eccezionale panorama. Volpara dopo il 1743, quando l'Oltrepo passò sotto il dominio dei Savoia, sorgeva sul confine delle terre sottomesse alla casa reale piemontese e per questo motivo era sede di dogana. A un passato molto più lontano ci riporta la stele (risalente al primo o secondo secolo dopo Cristo) che si trova inserita nel muro di una casa vicino alla chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Giacomo, Maria e Gaudenzio. AI centro è effigiata una gorgone, una creatura mitologica con serpenti al posto dei capelli che possedeva l'inquietante potere di pietrificare chiunque la guardasse. Dopo essere transitati attraverso Canevino e Ruino e aver ammirato il bacino artificiale di Trebecco, creato negli anni Venti con lo sbarramento del fiume Tidone, e il bel mulino ad acqua di località Le Moline, eccoci a Zavattarello, Il paese ha legato la sua fama soprattutto al castello, che lo sorveglia dall'alto come un'arcigna sentinella, e la cui storia è la storia stessa del borgo. Infatti la rocca, costruita, come è stato osservato, in una delle "posizioni più cariche di magia di tutte le terre d'Oltrepò", e i diritti feudali su tutto l'abitato sono stati oggetto di aspre contese. Nel castello si possono ammirare le belle fattezze esterne e andare con la mente alle storie, romantiche o truci, che ancora oggi si raccontano. Sulle pendici del colle dominato dal castello si trova la parte più antica dell'abitato, detta "su di dentro" dall'antica cinta muraria, oggi testimoniata solo da alcune porte. Interessante è anche il palazzo municipale con il piano terreno aperto a porticato, soluzione architettonica, questa, caratteristica di molti edifici civici della'Lombardia. La parrocchiale di Zavattarello, intitolata a San Paolo, si trova fuori dal borgo, sulla strada che giunge da Pietragavina, ed è ornata nell'abside da una tela settecentesca raffigurante la Madonna del Soccorso.