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Oltrepò Pavese, Fonti Solforose e Cave di Gesso

Sulla mappa troverete la posizione geografica, immagini e video di tutti paesi e di tutti i monumenti delle Quattro Province.

Fonti Solforose e Cave di Gesso

 

Nell'Oltrepò Pavese si trovano degli affioramenti importanti di gesso, la nota "vena del gesso" tanto da essere citati su molti dei libri che trattano dell'argomento, compresa tra le Valli Staffora e Tidone. Lasciando le considerazioni tecniche che non ci competono per questa guida, volgiamo solo ricordare che il gesso è stato sfruttato intensivamente per l'edilizia ma anche per la costruzione di statue di gesso; dove esiste il gesso si possono ricavare vini dal sapore particolare ed intenso, per finire con le tanti fonti solforose che hanno dato la possibilità di creare centri termali ma anche solo delle fonti dove poter bere dell'acqua molto salutare, La vena del gesso prosegue in Provincia di Alessandria e, partendo proprio da queste zone, ed esattamente da  in località di San Biagio, sulle mappe la troviamo appena sotto il bivio per Castellania, arrivando da Costa Vescovato, esisteva una cava di gesso e anche una fornace, ormai chiusa, che però ci indica la continuazione di questa vena., a Montegioco esiste anche una fonte solforosa, conosciuta anche perchè vi si trova una famosa e frequentata balera. Facciamo un salto per arrivare a Rivanazzano e a Salice Terme dove troviamo altrettanti Centri Termali molto famosi e frequentati, dove si possono fare fanghi e altre cure mediche sfruttando le fonti solforose. A Salice Terme esiste ancora la "Fonte Sales", fonte storica. Proseguiamo lungo questa vena e precisamente a Montalfeo dove esiste una antica fonte solforosa, così come le possiamo trovare in località San Francesco (ben 3 sopra Rivanazzano tutte sul rio Olio), nei pressi di cascina Migliavacca (sempre proseguendo sulla stessa strada). Appena sotto, spostandoci verso Retorbido, troviamo le Fonti di Retorbido, un tempo sfruttate con tre distinte e diverse fonti, ma anche per fare due salti nella balera, in un luogo molto fresco e riposante. Mi ricordo che da bambino, con mio papà, andavo spesso, con la fotografia fresca nella mia mente di come dovevo chiudere il naso per bere quell'acqua che sapeva "di uovo marcio.  Purtroppo ora dopo alcuni tentativi è stata chiusa e fà tristezza vedere ancora il telone che copre la pista da ballo, l'ambiente quasi spettrale, ma ancora quelle tre piccole fonti che sgorgano ancora.... chissà, sarebbe bello ritrovare questo luogo. Ci spostiamo ancora di un poco entrando nel vivo di questi affioramenti, infatti tra Garlazzolo di Sopra e Murisasco troviamo delle cave di gesso (sulle mappe in località Spinosa) un tempo sfruttate come pietra per costruire ornamenti. Appena sotto Rasei,  sul Torrente Luria, troviamo la Fonte Solforosa del Luria, riscoperta, pulita e riportata alla superficie, dove una volta l'anno ci si riunisce per una piccola ma intensa festa. Ci si arriva da Codevilla seguendo le indicazioni "Fonti", lungo il Torrente Luria tra gli orridi omonimi. Sopra di noi e sopra Rasei troviamo una cava di gesso a Mondondone dove  esisteva, nello scorso secolo,  una cava di gesso,  e il fatto che sono stati ritrovati numerosi fossili testimoniano l'antica presenza del mare in questi luoghi (da Mondondone, al bivio a destra la sterrata ci porta in cinque minuti a ritrovarla, sulla destra con sentierino che corre a ritroso). Sotto il paesino di Nebbiolo, sul sentiero che porta ai piedi degli orridi di Marcellino, è indicata, sulle mappe, una sorgente sufurea. Passiamo ora a tre importanti cave di gesso, sfruttate fino a poco tempo fà ed ora due monumenti archeologici industriali) , tra il Torrente Schizzola il Torrente Grevenzolo ai piedi del Monte del Ronco rispettivamente nelle località di Schizzola e Casa Vescovo, la terza nei pressi di Borgo Priolo sul Torrente Coppa. La vena ritrova alcuni dei luoghi più famosi che riguardano i gessi e le fonti solforose, ed in particolare due paesi, sono stati chiamati Oliva Gessi e, appena sotto il paese, Gessi a dominare la valletta del Rile di San Zeno  dove si trova un importante affioramento di gesso che, nella parte bassa della valletta, alimentata da un largo sentiero, trova la Fonte Camarà. La fonte è ben visibile, ma soprattutto sentire ai piedi della sterrata e veniva sfruttata per  scopi curativi e purgativi,  nei pressi del quale si possono vedere quello che era un ritrovo per gli amanti del ballo, simile a quella di Retorbido, ed i macchinari per l'estrazione del gesso, ormai in disuso. Sempre in questo luogo esisteva  un grotta, anche di una certa importanza, che ha richiamato archeologi ed esperti del settore per esplorarla, anche per i  fossili che qui erano numerosi. La grotta, in alcuni punti, era molto larga, percorrendola lungo un piccolo ruscello tra pareti di gesso, inoltrandosi  molto nella collina, tanto che gli abitanti del luogo dicono che la traversi da una parte all'altra ma purtroppo quelli rimasti sono sepolti con la  grotta è crollata e con lei sono sepolti anche i ricordi. A Mornico Losana esisteva una fonte solforosa. A Borgoratto Mormorolo, per raggiungere la fonte solforosam bisogna percorrere il sentiero che parte da Borgoratto Mormorolo e raggiunge la Costa Pelata, una breve deviazione dal sentiero ci porta alla fonte protetta da una costruzione in mattoni. Tutti gli anni la gente del luogo si raduna presso la fonte per la "Merenda di Ferragosto". Ci spostiamo di un poco , almeno sulle mappe, per ricordare che, nei pressi di  Montescano, esisteva una cava di gesso. Infine ritroviamo poi un luogo, molto famoso in questi luoghi, nei pressi di Broni, le Terme di Recoaro dove un tempo si poevano fare cure di ogni tipo sfruttando le acque ed i fanghi, ora un noto ristorante e dancing. Sulle mappe IGM troviamo la indicazione di una fonte solforosa sopra l'abitato di Feligara, nel comune di Brallo di Pregola, sulla costa che volge verso la provincia di Piacenza. Andiamo in Val di Nizza, , poco oltre il bivio per Molino Cassano, dove troviamo una fonte solforosa ancora rigogliosa e molto buona da bere. La fonte è stata recuperata e ristrutturata, un luogo incantevole per sedersi, riposare e bere un buon bicchiere d'acqua. Sui sentieri che partono da Sant'Albano troviamo altre due fonti solforose, riportate alla luce ed indicate da piccole edicole votive.