La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

Un viaggio attraverso il sistema museale delle Quattro Province

Sulla mappa troverete la posizione geografica, immagini e video di tutti paesi e di tutti i monumenti delle Quattro Province.

Musei

Introduzione

Un fitta rete di musei ci permette di inquadrare in modo inequivocabile la storia, la geologia, le tradizioni, il lavoro  e la cultura dell'Oltrepò Pavese. In ciascun museo si assaporano profumi d'altri tempi non molto lontani.  Oggi noi abbiamo qualsiasi tipo di elettrodomestico, ma allora qualsiasi cosa era fatta e costruita con l'ingegno e con le poche cose che ci circondavano e soprattutto con il lavoro duro nei campi, oggi sostituiti da mezzi ed accessori che hanno completamente sostituito, migliorato e alleggerito il peso di questi lavori. Tutto ciò non può essere liquidato e dimenticato, è necessario ricordare e trasmettere ai più giovani la memoria di tutti questi attrezzi, utensili e macchine artigianali, come segno indelebile delle radici della  cultura rurale d'Oltrepò Pavese e delle Quattro Province.  Questi musei fanno parte del catalogo del Sistema Museale della Comunità  Montana dell'Oltrepò Pavese (abbreviato C.S.M.)ed hanno in comune l'amore e la tradizione, infatti gli attrezzi della tradizione contadina, rurale, vinicola e familiare  e l'amore per questi oggetti fanno parte di ciò che abbiamo seminato e raccolto. Poi ci sono i musei facenti parte del Sistema Bibliotecario Integrato (abbreviato S.B.I.) allo scopo di rendere visibili i Musei d'Oltrepò Pavese in un percorso didattico rivolto a tutti ma soprattutto alle scuole, che comprende La Natura, l'Archoelogia, L'etnografia e la Storia dell'Oltrepò Pavese. Fuori dal coro di questi due grandi blocchi troviamo il museo a cielo aperto di Ponti, il museo della Fisarmonica Mariano Dallapè ed il Magazzino dei Ricordi di Zavattarello. La tabella riporta tutto il sistema museale e le informazioni di base per poter progettare una visita. Orari,  giorni visita di visita sono stati forniti al momento delle mie visite ai musei, passibili di cambiamenti, quindi meglio chiamare e contattare ciascun museo al momento della visita.

Oltrepò Pavese

Brallo di Pregola Casteggio Godiasco
Menconico Montecalvo Versiggia Montalto Pavese
Montesegale Oliva Gessi Romagnese
Rovescala Santa Margherita di Staffora Santa Giuletta
Stradella Varzi Val di Nizza
Voghera Volpara

Zavattarello

Lunassi    

Valli Curone, Grue e Ossona

Brignano-Frascata Casalnoceto Castellania
Fabbrica Curone Gavazzana Tortona
Volpedo    

Oltrepò Pavese

Brallo di Pregola

Brallo di Pregola, Ponti, Museo dei Ricordi
Il museo si prefigge di ricordare come vivevano gli abitanti di questo paese che poi sono le stessse di tutti questi paesi incastonati in questa fascia montana d'Oltrepò Pavese. Non aspettiamoci di entrare in un museo vero e proprio ma la bellezza di questo in particolare dipende dal fatto che è tutto a cielo aperto. Il visitatore si trova a passeggiare tra i vicoli stretti fatti in sasso e assaporare lavori, tradizioni e cultura d'altri tempi e la riscoperta delle attività caratterizzanti l'economia agricola montana. Ponti è stata terra di origine di molti carbonai che le realizzavano in paese per poter vendere il carbone, ma non solo, è stata anche terra di esperti costruttori di ghiacciaie, costruite in legno, (la maggior parte erano costruite in muratura e le possiamo vedere, tra l'altro, due esempi nelle cantine della Azienda Montelio di Codevilla "l'infernot" e nel cortile del castello di zavattarello)per questo motivo in paese si sono ricostruite, in piccolo,  quelle che un tempo erano fonte di guadagno. Il pane era fatto nel mulino che possiamo trovare ancora funzionante ed in ottimo stato.  Bisogna ringraziare il Circolo Ponti Arte che ha creato un meraviglioso opuscolo esplicativo corredato da molti schizzi e riproduzioni su olio ed acquerelli degli angoli nascosti di questo meraviglioso paesino. Il Circolo con la Pro loco di Ponti organizzano molte attività culturali e visite al Museo dei Ricordi. Con una breve passeggiata, percorsa su un sentierino molto caratteristico, possiamo arrivare ad ammirare un autentico mostro: un castagno, del quale rimane solo la base, dalla notevole circonferenza, e dalla longevità che ha raggiunto ormai i 1000 anni.

Casteggio

Casteggio, Palazzo Certosa Cantù, Museo civico archeologico di Casteggio e dell'Oltrepò Pavese
Casteggio è senza ombra di dubbio il paese più rappresentativo di tutto l'Oltrepò Pavese, per la sua importanza storica, infatti qui si insediarono i romani che combatterono i celti e l'avanzata di Annibale, qui è stato trovato un tralcio di vite fossilizzato, qui sono stati trovati reperti archeologici risalenti all'età preistorica e, celtica, romana e medioevale. Il museo quindi è stato voluto e realizzato in questa città e lo ha fatto in lungo speciale quale è la Certosa Cantù. Voluto dalla amministrazione comunale con il supporto di alcuni appassionati e con il materiale per lo più portato dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici della Lombardia, si compone di alcune sale tematiche che portano alla luce i ritrovamenti effettuati durante gli scavi archeologici in tutto l'Oltrepò Pavese. Si passa da  bacheche che mostrano una collezione di minerali e rocce d'Oltrepò Pavese, a fossili vegetali ed animali, in ricostruzioni di ambienti dell'Oltrepò Pavese antico. Si passa ad una ricostruzione di un famiglia preistorica che vivena nelle capanne, a ritrovamenti che risalgono all'epoca romana segnalata da molti monili, statuette e brocche in bronzo, una lente di ingrandimento, un fuso, un bicchiere in vetro e cos' via, fino a ricostruzioni di tombe, e ad un immenso dolio di Broni (un grosso contenitore per derrate alimentari ritrovato in località Sorino di Broni). Nel passeggiare attraverso le stanze si possono scoprire molte notizie di assoluto valore per questi luoghi, attraverso bacheche e quadri informativi, dove ci potremo immergere in questo viaggio attraverso il tempo.

Casteggio, Museo Contadino
Sempre a Casteggio troviamo il Museo Contadino, nuovissimo museo creato da privati con poche cose e che man mano, grazie all'aiuto di molti volontari, sta aumentando oggetti di vita contadina, attrezzi del lavoro contadino, per potergli dare una struttura ben definita e raccontare così storia di vita quotidiana dei contadini di un tempo.

Godiasco

Godiasco, Museo arte contemporanea, del legno e della mineralogia
Il paese è stato per molto tempo terra dei Malaspina, nobili che hanno segnato un punto cardine della storia d'Oltrepò Pavese. All'interno del paese troviamo ancora resti del muro di cinta, un palazzo che veniva collegato alla chiesa per mezzo di un passaggio sopraelevato,  caduta in abbandono, è stata recentemente restaurata e portata a rinnovato splendore. E' all'interno della chiesa che è nato il museo, che lo rende per questo molto particolare ed unico. Entrati nel museo ci colpiscono subito l'esposizione di 50 tele del pittore contemporaneo Giovanni Novaresio, cittadino onorario di Godiasco. Troviamo poi una piccola raccolta di vari tipi di legno e minerali della valle Staffora realizzata da Guido Percivati, a rappresentare le tipologie usate dalle genti di questi luoghi. Ciò che però mi ha colpito di più è la  bellissima mostra di diorami, realizzati dall'artista locale Riccardo Bedaglia, per la contemplazione e meditazione del grande mistero del Natale del Signore. I diorami (presepi) riproducono fedelmente un episodio del Vangelo. Inoltre Bedaglia espone anche miniature che riproducono piazza Cagnoni di Godiasco con la vicina ex chiesa vecchia e il palazzo Pedemonti, la chiesa romanica la Pieve di San Zaccaria e la caratteristica via del Molino di Godiasco. Abbiamo sicuramente materiale per una visita.

Menconico

Menconico, Museo Civiltà Contadina di montagna e delle tradizioni locali
Il paesino di Menconico sembra fatto apposta per conservare in un museo le tradizioni contadine che poi rappresentano le tradizioni di tutto il popolo contadino di  montagna delle Quattro Province e in particolare d'Oltrepò Pavese. Siamo nella piccola piazzetta del comune sotto la chiesa dedicata a San Giorgio, maestosa alla vista ma piccola ed accogliente al suo interno. La chiave del museo ci viene data con estrema cortesia di accoglienza dal messo comunale che, con estrema naturalezza ci accompagna al suo interno.  Il museo si trova al fianco del municipio nella galleria sotto la Chiesa, un portone al fianco per entrare e una bellissima mostra che raccoglie il meglio a memoria delle tradizioni contadine di montagna. Gli abitanti dei dintorni si sono prestati per ottenere la migliore conservazione dei ricordi, degli usi e dei costumi dell'Appennino Pavese. Attrezzi di ogni tipo (circa 200) a testimoniare quanto questi luoghi siano e sono di importanza per tutto l'Oltrepò Pavese tra cui: attrezzi da lavoro nei campi, e per le faccende domestiche, fotografie storiche che ritraggono personaggi più o meno noti della vallata, armati dei loro attrezzi ed intenti nelle loro faccende comuni di tutti i giorni. Tradizioni ormai abbandonate e sostituite da macchinari ed elettrodomestici, ma che, in questo luogo, rivivono e lasciano la nostra memoria tornare a tempi  non cosi' lontani.

Montalto Pavese

Montalto Pavese, Museo delle Api
Siamo nel centro dell'Oltrepò Pavese vinicolo, ed ai piedi di uno dei più bei castelli d'Oltrepò e d'Italia. Il museo testimonia che non si produceva solo vino ma produceva e produce tutta una serie di prodotti che hanno caratterizzato la storia di questo territorio, tra cui il miele. I signori Martini e Perotti hanno ideato questo luogo, frutto di esperienza decennale sulla apicoltura, furono anche i precursori di un passaggio da apicoltura praticata con arnie tradizionali (bugni villici) ad apicoltura che utilizza arnie con portafavo mobile. Costruirono così una moltitudine di attrezzi utili a questo lavoro, realizzati spesso con mezzi di fortuna ma anche con molto ingegno. Accanto a questi attrezzi nel museo troviamo i rispettivi strumenti più moderni , come affumicatori, smielatori, ma si può vedere e ammirare tutta la storia produttiva del miele, in un percorso didattico inserito in alcune stanze del palazzo Cristina, palazzo storico di Montalto costruito in pietra, secondo per importanza solo al castello Balduno in cima alla collina sovrastante il paese. Cartelloni illustrativi, fotografie oltre che a una moltitudine di attrezzi di assoluto valore storico, ci portano ala conoscenza di questo prezioso lavoro e al suo prodotto finale che tutti conoscono e apprezzano per le sue qualità. Il percorso ci permette di conoscere la storia de l miele e della sua lavorazione che parte dal polline, alla cera, al miele, alla propoli e alla pappa reale. Ci accoglie una signora molto gentile e desiderosa di far conoscere al visitatore la storia del miele in tutte le sue forme, regalandoci preziose informazioni di questo prodotto a noi così vicino,  da conservare nel nostro nel nostro bagaglio di esperienza.

Montalto Pavese, Villa Illibardi, Museo Contadino
Il  museo si trova in località Villa Illibardi ed è dedicato alla storia, alla cultura e alle tradizioni del mondo contadino. Nasce nel 1981 grazie all'apporto di materiali e di attrezzi, della popolazione locale. Il museo raccoglie oggetti di uso comune, attrezzi agricoli e un forno in pietra per la cottura del pane. Ogni oggetto è identificato con il nome scritto in dialetto e la corrispondenza in italiano. E' suddiviso in due sezioni legati alla tradizione dell'Oltrepò Pavese più orientale: il ciclo legato alla coltura del grano, del fieno e dell'allevamento e quello legato alla viticoltura e alla produzione del vino. Affiancato ad una visita al Museo delle Api ed alla vista del Castello di Montalto, sebbene solo da fuori, è sicuramente una giornata spesa bene.

Montecalvo Versiggia

Montecalvo Versiggia, Museo del Cavatappi
Durante i miei tanti viaggi alla scoperta dei paesi e dei castelli d'Oltrepò Pavese, mentre mi recavo  sulla collinetta che ospita l'antico castello di Montecalvo Versiggia, mi sono soffermato ad ammirare la bella chiesa dal quale si gode una bellissima vista panoramica. Annessa alla chiesa una piccola costruzione che mi fece pensare alla abitazione parrocchiale, (in effetti era la ex scuola elementare) invece una targa indicava "il museo del cavatappi". E' chiaro che mi sono immediatamente chiesto quanti cavatappi ci saranno mai al mondo eppure,  spinto dalla curiosità, ho fatto delle ricerche su internet e scoprii con grande stupore che di tipi di cavatappi ce ne sono tanti, ben più di 350, tanti quanti sono i brevetti registrati con la sigla "PAT" o "Patented", ma mi colpì il fatto che ne esistono anche pregiati e di valore tanto da scatenare i collezionisti, alla ricerca dei più preziosi. Anche tedeschi e francesi hanno dato vita ai brevetti. La storia del cavatappi è antica e e risale al 1795 del primo brevetto che porta la firma di un prete Samuel Henshall, inglese di nascita. I nomi che ricordano i tipi dei cavatappi sono tanti : a macinino, a farfalla, a rubinetto, a doppia vite, a concertina, a manovella, a due lame e così via,. In Italia molti artigiani hanno prodotto una quantità notevole di tipi di cavatappi, anche se purtroppo non registrati come brevetti, se ne possono però ricordare le tipologie : a vite, a due leve, e con campana aperta. Il museo li conserva in una quantità davvero invidiabile, da quelli in legno in argento, in avorio, a quelli più comuni esposti in bacheche di vetro. Chi non ha manovrato questo attrezzo per stappare o meglio, per cavare il tappo alla bottiglia, in questo luogo singolare lo  vedere ed ammirare in tutte le sue forme singolari e credetemi, la visita mi ha riempito di stupore. Non posso non citare chi mi ha accolto alla mia visita, un signore che svolge anche questo lavoro con passione e dedizione per rendere questo luogo visibile a molta gente, la stessa passione che spinge la gente d'Oltrepò Pavese. 

Montesegale

Montesegale, Museo arte contemporanea nel castello
Il Castello di Montesegale domina la valle Ardivestra, perfettamente conservato e restaurato, senza dubbio uno delle bellezze architettoniche non solo d'Oltrepò Pavese. Al suo interno in tre sale è stato allestito il Museo di Arte Contemporanea che, durante il corso dell'anno e soprattutto nel periodo estivo, presenta mostre di artisti per altrettante esposizioni di quadri ed opere varie. Il museo ha preso anche spunto di mecenatismo ospitando, in alcuni alloggi ristrutturati dalle rovine di alcuni rustici, giovani artisti che qui possono crescere e dare sfogo al loro estro. Per altre notizia rimando al capitolo dedicato ai castelli.

 

Oliva Gessi

Oliva Gessi, Casa Natale di San Luigi Versiglia
La storia religiosa d'Oltrepò Pavese è ricca di spunti di osservazione, basta ricordare San Ponzo e Sant'Alberto di Butrio ma, se scaviamo più a fondo ci si accorge di una moltitudine di servitori della fede cristiana che hanno dedicato la loro intelligenza, la loro opera e soprattutto la loro vita per servire gli altri. Per chi come me ha frequentato da bambino l'Oratorio sa che ci sono molti sacerdoti che si sono avventurati in terre lontane per portare insegnamento, conforto e fede cristiana ai più poveri, forse dimenticati anche dalla Chiesa ma di sicuro dimenticati dalla comunità, certo loro non hanno mai avuto ambizioni di notorietà. I nomi citati prima sono conosciuti per vari motivi, vuoi perché viene intitolato un Eremo, vuoi per una grotta dove ha vissuto il Santo, Oliva Gessi ha voluto ricordare San Luigi Versiglia con un museo. Partito a 12 per Torino a studiare dei Salesiani, frequentare poi filosofia all'Università, divenne sacerdote e, spinto dalla sua vocazione, affrontò subito il suo viaggio sacerdotale per la Cina e per i paesi orientali, che in quel periodo, stiamo parlando del 1906, vivevano tempi bui e pericolosi soprattutto per i cristiani. Dopo un lungo peregrinare per le più sperdute  missioni d'oriente,  venne ucciso nel 1930 da dei banditi.. Il museo è stato allestito nella sua casa natale, al suo esterno troviamo l'entrata del museo nei pressi di un arco costruito in mattoni, sull'esterno della abitazione troviamo la targa che ricorda il santo, un tempo adibita a bottega, dove troviamo una moltitudine di documenti, fotografie e cimeli che riguardano la vita del Santo. Sebbene le stanze siano in condizioni non ottimali, si respira aria  di spiritualità aggiunta alla cordialità degli eredi che ci accolgono e ci informano del museo con estrema simpatia. Oliva Gessi non ha molte case ma tutte conservano una storia intensa che richiama la storia delle genti d'Oltrepò, soprattutto delle genti che hanno sempre lavorato nelle vigne. Da Oliva Gessi, seguendo la strada per Torricella Verzate troviamo la cappella dedicata al Santo.

Romagnese

Romagnese, Museo dell'arte rurale e degli strumenti agricoli
Il Museo è allestito nel palazzo del Comune, quello che era il Castello di Jacopo Dal Verme, noto condottiero che transitò in questi luoghi dando una impronta indelebile così come è stato San Colombano che da Bobbio ha creato quella struttura organizzativa che  troviamo in molti dei luoghi d'Oltrepò Pavese. Solo per il fatto che siamo in un castello vale la pena esserci. Entriamo salendo gli scaloni che ci portano agli uffici comunali e una gentile e bella signora ci accoglie per accompagnarci sulla torre del castello, attraverso una porta in ferro battuto ed una scaletta. Entriamo in questo luogo silenzioso, quasi ad indicarci il nostro comportamento atto solo ad ammirare questo piccolo ed intimo luogo, intriso di vita quotidiana. Ne danno atto un angolo di una cucina rurale, il banco del barbiere,  macchine da cucire, ferri da stiro, attrezzi per la filatura, l'angolo del falegname, la bicicletta dell'arrotino ed una serie di attrezzi, tutti legati alla vita familiare  e contadina nei campi. Salendo la scala in legno ci portiamo sul tetto di questa immensa stanza, da qui possiamo ammirare il museo nella sua pienezza, ma anche le tante fotografie legate alla vita, nella Val Tidone , degli abitanti del luogo.

Rovescala

Rovescala, Museo Agricolo nei secoli
Rovescala terra di grandi vini tutti rigorosamente di quell'Oltrepò Pavese che ci regala profumi accattivanti, soprattutto dopo la raccolta dei grappoli d'uva. Siamo nella parte più orientale quasi in terra di confine con i vigneti dei colli piacentini, quindi immersi in questo fantastico mondo, una sede più che azzeccata per questo museo. Sulla spinta del comune di Rovescala, sono stati convogliati qui  gli attrezzi del lavoro nei campi, la maggior parte delle quali sono attrezzi della tradizione vitivinicola. Per la sede si è scelto una antica cantina, con volte a botte, nei pressi del Municipio, rimessa a nuovo. Si possono trovare pezzi unici legati al modo del vino ma anche semplicemente del mondo agricolo e del mondo della quotidianità familiare. Attrezzi che vengono legati ad un periodo che va dall'inizio del secolo fino agli anni '40 circa. Il 'previ', arnese in legno utilizzati per scaldare il letto (all'interno del quale vi s'infilava la 'scaldina' o 'scaldena'), alla 'brenta', contenitore in legno, o gerla, usato per trasportare e misurare il vino. Vi sono poi una quantità incredibile di altri attrezzi, tutti ben esposti e visibili nella loro interezza.

Santa Giuletta

Santa Giuletta, Museo delle Bambole
Un vero punto fermo della operosità ed ingegno delle genti d'Oltrepò Pavese, il museo della bambola e del giocattolo, simbolo del gioco e della infanzia di tutti noi. In Stradella nasce la l'azienda per la produzione di bambole, tutte costruite artigianalmente da cosiddette operaie, perché in effetti queste meravigliose donne erano tutte artigiane. La costruzione della bambola in carta pesta richiedeva un lungo e minuzioso lavoro, dalla costruzione del corpo alla colorazione della "pelle", dai capelli, con i vestiti poi si realizzavano delle vere e proprie bambole non solo per giocare ma anche da collezione. Il museo è realizzato in una stanza annessa al municipio, dedicato a Quirino Cristiani, pioniere del cinema d'animazione emigrato in argentina ma poi tornato per vivere gli ultimi giorni della sua vita. Un piccolo museo per scoprire grandi cose di un passato non tanto lontano che ha creato tanti posti di lavoro, bambole sostituite poi dall'arrivo della plastica che ha spazzato via sia posti di lavoro di una ventina di fabbriche, sia quella lavorazione artigiana che tanto ci manca in questi tempi. Un lavoro di ricostruzione dedicato alla raccolta di interviste, e di bambole che ha portato ad una esposizione davvero incantevole, arricchita da documenti, fotografie ed utensili di lavoro, e di bambole di ogni tipo, anche che camminano, le progenitrici delle più famose "barbie", ed anche un prototipo del più famoso "Topo Gigio". Un viaggio nel tempo e nell'infanzia che ognuno di noi ha trascorso con qualche bambola al fianco, oggi sostituita da personaggi molto tecnologici, che forse hanno levato un poco di immaginazione al gioco che i nostri amorevolmente "vecchi" potevano esprimere.

Santa Giuletta, Museo dei Combattenti e dei reduci di guerra
In fianco al museo della bambola, il comune ha voluto ricordare i nostri partigiani e reduci delle guerre, un luogo di raccolta di immagini, stemmi, elmetti, accessori,  ma soprattutto ricordi ed ammirazione verso chi ha dato la vita per regalarci un buon futuro. Gente d'altri tempi che potrebbero insegnare agli uomini di oggi cosa vuol dire la sofferenza, patriottismo e soprattutto fedeltà e correttezza verso la gente più comune.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Santa Margherita di Staffora

Santa Margherita di Staffora, Casanova Staffora, Mulino Pellegro, Museo didattico produzione farina
Stiamo parlando di un elemento indispensabile per l'alimentazione ed odierna e di un tempo, perché il mulino rappresentava il luogo dove comprare la farina e soddisfare le necessità di ogni famiglia, perché si sa, dalla farina si ricavano tutti gli elementi base degli alimenti della cucina di un tempo, primo fra tutti il pane. Il mulino era anche da luogo di incontro degli abitanti che si ritrovavano, in attesa del loro turno, per scambiare due parole e fare affari, cosa che si ritrova ancora nelle tante fiere paesane che espongono animali e prodotti della terra. Il Mulino Pellegro è un esempio e un prezioso simbolo odierno  del lavoro di un tempo, visto lo stato di conservazione e funzionalità che ancora oggi sono perfetti. Un esempio per tutti i mulini che esistevano in Oltrepò Pavese e nelle Quattro Province, funzionanti fino a non molto tempo indietro e che oggi sono devastati dal completo abbandono. Il mulino lo troviamo risalendo da Casanova imboccando una stradina sulla strada che porta a Castellaro, nei pressi del torrente Staffora, un luogo incantevole dove ci accoglie questo complesso di edifici rurali dove spicca la grande ruota rossa alimentata dall'acqua convogliata in un fossetto pescata direttamente da torrente Staffora. All'interno dell'edificio si possono vedere i palmenti, uno per il mais e uno per il grano e tutte le macchine, ancora funzionanti. La esistenza del mulino risale al 1275 ma è solo nel 1835, con il proprietario di allora Pellegro Negruzzi, dal quale prende il nome, che si conosce la sua storia tramandata fino a Giacomo Negruzzi. Il mulino nel 2004 è stato restaurato e trasformato in museo didattico disponibile per le visite telefonando al custode del luogo di assoluta gentilezza e cortesia, che ti accompagna nella visita. Non solo si può vedere il mulino funzionare, ma le altre strutture conservano alcune stanza dove si possono vedere molti attrezzi, perfettamente conservati e molto significativi del lavoro contadino e di vita quotidiana della vita dei nostri nonni.

Santa Margherita di Staffora, Casanova Staffora, Museo del Salumiere
Un salumificio storico per la produzione dello Salame di Varzi (prodotto DOP). E' prodotto con carni di maiale proveniente da allevamenti della  Provincia di Pavia, lavorato e prodotto con aggiunta di grasso di suino, sale, pepe nero in grani, aromatizzato con un infuso di aglio e vino rosso filtrato. Di pasta con grana grossa, viene insaccato in budello di maiale e legato con spago. Sicuramente stiamo parlando di un prodotto della tradizione varzese di livello nazionale, dalle origini antiche che si possono far risalire al periodo della nobiltà malaspiniana. Non perdiamoci la occasione di terminare il nostro giro in mountain bike seduto ad un tavolo delle tante osterie di Varzi, un bel miccone di pane e un bicchiere di Bonarda d'Oltrepò Pavese DOC, se invece volgiamo seguire le orme del famoso giornalista Gianni Brera, con un bicchiere di Moscato d'Oltrepò Pavese DOC. Ma torniamo al museo: è suddiviso in tre locali:
Nel primo locale sono presentati documenti dell'epoca,fotografie, posters e pezzi speciali come la  "LEONARDA" -  Il primo tritacarne,si dice derivi dai disegni di Leonardo Da Vinci.
Nel secondo, il negozio del salumiere anni 30.
Nel terzo,la cantina e l'attrezzatura del salumiere.

Stradella

Stradella, Museo Naturalistico
Non essendo un esperto in paleontologia e geologia mi limito a descrivere ciò che i miei occhi hanno visto. Il Museo è dedicato a Ferruccio Lombardi del quale possiamo notare la statua bronzea posta all'ingresso del museo, all'interno del Palazzo Garibaldi in Stradella così come il museo della fisarmonica. Il simbolo indicato nel logo raffigura la spilla di origine celtica che si può ammirare in una bacheca all'interno del museo. Nato come "Museo del Po", fiume che ha fornito molti dei reperti esposti, testimoniano l'ambiente naturalistico, fossile e archeologico d'Oltrepò Pavese, ritrovamenti che possono testimoniare anche per il territorio chiamato delle Quattro Province. Le stanze del museo sono allestite con ambienti tematici che spaziano dalla geologia, son esposizioni di rocce, minerali, cristalli oltre alle tracce dell'oro del Po che si trovava nelle sabbie del fiume. Si passa alla stanza dedicata all'Antropologia con resti umani e fossili, alla paleontologia che espone i resti di mammuth, bisonti  e l'uro. Si passa poi agli animali che popolano il fiume Po e ad una esposizione di farfalle ed insetti e alle specie legnose dell'Oltrepò Pavese. Si potrebbero dire ed evidenziare tante cose interessanti, ma è sicuramente più interessante una visita completa nei due musei, un bagaglio di notizie da portare a casa.

Stradella, Museo della Fisarmonica
Come il museo di Santa Giuletta dedicato alle bambole, il museo della fisarmonica di Stradella, nasce da quello che un tempo era una fiorente attività industriale conosciuta in tutto il mondo, soprattutto nel periodo antecedente la seconda guerra mondiale. Il museo si prefigge di conservare la memoria storica di un precursore delle moderne fisarmoniche, Mariano Dallapè che nel riparare con successo il suo vecchio "akkordion" (uno dei precursori delle fisarmoniche così come l'antenata "physarmonica" e la "concertina"), capì che la sua strada imprenditoriale poteva iniziare con sviluppi davvero sorprendenti. La storia narra che dal Trentino stabilì la sua dimora a Stradella e realizzare il primo prototipo di fisarmonica denominata "cassetta" iniziando, nella bottega artigianale, la sua produzione in serie. Man mano il successo porto alla espansione dell'azienda e a notevoli miglioramenti e trasformazioni della fisarmonica adottando il sistema di accordi precostituiti chiamati i "bassi di Stradella", dando alla sua azienda una svolta internazionale. Come per il museo delle bambole, anche qui gli operai non erano solo esecutori, ma dei veri e propri artisti trasformando le fisarmoniche in vere opere d'arte, che possiamo vedere ed ammirare all'interno del museo, un vero e proprio godimento della vista. Nacquero molte aziende di produzione di fisarmoniche, tutte sotto l'ala ed insegnamento del primo maestro che era Mariano Dallapè, che potevano avvalersi di circa 1200 dipendenti (un numero elevatissimo per la sola Stradella) ed una richiesta di approvvigionamenti che proveniva da tutta Europa. Dopo la guerra e soprattutto nel periodo alla fine degli anni 50, le cose non andarono più nel verso giusto e così quasi tutte le aziende iniziarono un lento declino che arrivò ai primi anni 70 con la chiusura definitiva delle fabbriche, ne rimangono solo alcune, tra cui quella di Dallapè, che sono rivolte ad un produzione di artigianato di elevata qualità. Il museo si trova all'interno del Palazzo Garibaldi in Stradella  (così come il Museo Naturalistico) e, attraverso un percorso guidato in alcune stanze del palazzo, possiamo visualizzare la storia della fisarmonica dalle origini fino ai giorni nostri. Diviso in tre settori possiamo vedere ed ammirare foto e documenti del suo primo costruttore nonché il famoso prototipo di fisarmonica, nel secondo settore le tecniche di lavoro e alcuni strumenti per realizzarle, nel terzo settore una innumerevoli fisarmoniche, che lasciano stupito il visitatore perché esteticamente e funzionalmente sono delle opere d'arte. Un luogo che unisce il lavoro dell'uomo all'arte, occasione unica per visitarlo, unita al fatto che si può unire alla visita nello stesso palazzo del Museo Naturalistico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Val di Nizza

Val di Nizza, Castello di Oramala, Museo lavorazione del ferro
Siamo in luogo storico e di fondamentale importanza per la storia della Valle Staffora, per l'Oltrepò Pavese e per le Quattro Province, il Castello di Oramala, creato dai marchesi Malaspina. Il museo è al suo interno in una delle tante stanze del castello, dire però che solo questo sia il museo è riduttivo, qui tutto ciò che si guarda è un museo, dagli arazzi, alle statue e così via dicendo. Dovendo trattare del solo museo possiamo dire una volta entrati nel cortile del castello a sinistra troviamo la entrata al piano terra della torre, nella sala del pozzo. Il lavoro di raccolta dei fratelli Panigazzi e di restauro del castello è stato minuzioso e allo stesso tempo di pregiata importanza. La testimonianza di tutta la tradizione contadina è racchiusa in questo luogo arricchita da più di 2000 pezzi tra attrezzi del lavoro contadino, manufatti di ferro battuto, attrezzi utilizzati per il lavoro artigiano quali mugnai, falegnami, fabbri. Troviamo inoltre lucerne, lucernai. Tutto il materiale è datato tra il 1700 e il 1900 ed è stato raccolto nella Vale Staffora. Troviamo poi alcuni pezzi pregiati e di valore storico: la "zangola" per fabbricare il burro, uno stampo per fabbricare le ostie, cinque grossi macinacaffè, due dei quali sono del 1600, una  lanterna parafulmine del 1700, frecce del 1700. Troviamo inoltre un "cadreghè" per modellare il legno e costruire sedie in legno. Un "arcolaio" usato dalle donne per confezionare maglie. Insomma un archivio storico dal valore inestimabile soprattutto per la mente del viaggiatore.
Per altre notizia rimando al capitolo dedicato ai castelli.

Varzi

Varzi, Cella di Varzi, Museo del Tempio della Fraternità
Percorrendo la stradina stretta che porta sulla parte alta di Cella di Varzi veniamo colpiti da alcuni cimeli di guerra come un aereo da combattimento ed, avvicinandosi al Tempio ci accorgiamo della quantità di mezzi corazzati che riempiono il piazzale adiacente, ai piedi della statua di Papa Giovanni XXIII, con la mano alzata, quasi a simboleggiare che la potenza del Santo abbia fermato lo sparare incessante di questi mezzi da guerra. Le domande che possiamo porci sulla utilità della guerra risalgono spontanee man mano che entriamo nel Tempio, tutto arredato di cimeli di guerra, carri armati, cannoni missili ed altro ancora  a simboleggiare gli orrori ma anche che la chiesa può accogliere strumenti di morte all'interno di un luogo di vita e speranza. Questo è l'intendimento che don Adamo Accosa, cappellano militare, ha voluto dare a questo luogo, spinto da Angelo Rocalli, non ancora Papa Giovani XXIII, che inviò la prima pietra proveniente dall'altare della chiesa nei pressi di un paesino della Normandia, andata distrutto durante lo sbarco degli alleati. Il Tempio è stato ricostruito nel 1951, sulle macerie della precedente chiesa, e da allora è stato un susseguirsi di arrivi da ogni parte del mondo di materiale bellico che il prelato ha pazientemente posizionato all'interno della chiesa. Non solo è arrivato del materiale bellico ma anche pietre di altrettante chiese, un esempio per tutti, sono le pietre delle guglie e parte del pavimento del Duomo di Milano caduti o rovinati durante i bombardamenti. Oltre ad una moltitudine di oggetti come elmetti, divise, fucili, munizioni, quadri, fotografie,  possiamo trovare alcuni oggetti molto particolari come la fonte battesimale costruita con un otturatore di un cannone da 305 della Andrea Doria, la famosa corazzata italiana, e appesi al muro, un crocefisso e la immagine di cristo costruiti con fucili, baionette ed altri armi. Un museo ed un luogo di culto uniti assieme in questo luogo davvero particolare, che regalano emozioni contrastanti dall'orrore alla preghiera. Un'altra immagine da ricordare del Tempio è sulla balaustra dell'altare, dove troviamo delle piccole urne dove sono poste le sabbie dei più famosi fiumi della Terra, da Gange, al Don e così via.

 

 

 

Voghera

Voghera, Ex Caserma della cavalleria, Museo di scienze naturali
Situato nell'ala ristrutturata della facciata principale della Ex Caserma della Cavalleria un tempo luogo storico e di dimensioni enormi, edificio militare vanto dell'intera città, con il museo archeologico di Casteggio e il Museo Naturalistico di Stradella, si completa la storia naturalistica, archeologica, storica, zoologica, paleontologica d'Oltrepò Pavese. Al suo interno le stanze sono state arredate con bacheche e vetrine, nel quale sono stati posti una collezione importante di reperti che riguardano la mineralogia, lo zoologia, botanica e paleontologia. Spiccano l'omero di plesiosauro trovato nelle vicinanze di Zavattarello, e un cranio di un grande cervo ora estinto. Il museo riveste anche una importante funzione didattica con numerosi eventi che durante l'anno coinvolgono numerosi tra studenti ed appassionati, serviti da altrettanti esperti, che divulgano la preziosa e antica storia dell'Oltrepò Pavese.

Voghera, Ex Caserma della cavalleria, Museo storico
Anch'esso situato all'interno della Ex Caserma della Cavalleria, il luogo per ospitare un museo di questo tipo, è assolutamente azzeccato, perché il museo storico è completamente dedicato alle guerre combattute ancora con cavalli, fucili e baionette. Di assoluto valore storico il museo si fregia di essere uno dei più completi e dal valore che non ha eguali in Italia, compensandosi pienamente con Il Tempio Sacrario della Cavalleria Italiana sempre in Voghera. Tra l'altro nel Tempio si possono ammirare tutti gli stemmi dei reggimenti di cavalleria italiani, costruiti in pietra, mentre all'interno del museo si possono ammirare gli stessi costruiti in legno. Entrando nel museo ci accoglie subito questa immensa stanza che oggi funziona da sala per convegni, sulle cui pareti si possono ammirare grandi bacheche con al suo interno una moltitudine di divise militari e man mano che passiamo nelle tante sale le possiamo ammirare nelle sue varie forme, dedicate alla marina, cavalleria, fanteria ed aviazione. Una stanza in particolare, dedicata alla cavalleria è stata allestita in quelle che un tempo ospitavano i cavalli. All'interno del museo si possono vedere alcune curiosità di assoluto interesse, come l'auto crivellata di colpi di arma da fuoco nella quale furono uccisi il Generale della Chiesa e sua moglie Emanuela Setti Carraro. Potremo vedere la pistola Beretta che uccise Benito Mussolini e Claretta Petacci. Troveremo quindi una collezione di uniformi militari, armi da fuoco, elmetti, stemmi, bandiere tutte originali. L'archivio di calendari militari,  stampe, manifesti, libri e cartoline, molte delle quali sono affrancate quindi di assoluto valore storico e filatelico, è davvero impressionante. Una quantità di tempere di Tino Vescovo, nome storico della grafica militare, quadri di pittori locali e di Mario Maserati, uno dei fondatori della famosa casa automobilistica, per la quale realizzò anche lo stemma a tre punte che possiamo vedere sulle auto. Ho lasciato per ultimo per dare la importanza che merita Giuseppe Beccari, insignito della titolo di Grand'Ufficiale della Repubblica Italiana, dirigente a livello generale della associazione del Fante, ricostituendo la sezione vogherese nel 1969. Oltre a tutti questi titoli la sua figura è  tra le più attive nell'ambito delle iniziative pubbliche e culturali, tanto da riuscire, con l'apporto di Don Jacopo Lauzi de Rho, a far si che la antica Chiesa Rossa fosse riconsacrata, restaurata e trasformata nel Tempio della cavalleria Italiana, vanto vogherese. La sua spiccata attività culturale unita alla sua memoria storica di Voghera gli permise di mettere in piedi dal niente il museo Storico, con l'apporto della moglie (ancora attiva che troverete ad accogliervi alla vostra visita), alla sezione dei Fanti vogheresi, e ad un gruppo di volontari che ancora oggi si dedicano con molta passione all'imponente archivio. Si rischia di dimenticare qualcosa anche perché elencare tutto ciò che è in mostra risulterebbe un lavoro impegnativo e estremamente lungo e complicato, quindi vale la pena trovare un pomeriggio da dedicare per questo luogo, e soffermarsi su questi meravigliosi pezzi di storia d'Oltrepò Pavese e d'Italia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Volpara

Volpara,  Museo del Vino e della cantina
Il paese è, assieme ad altri comuni della Valle Versa, centro di produzione dell'ottimo vino Moscato, che qui ha trovato origine antiche e il suo habitat naturale, vanto e orgoglio della produzione vitivinicola d'Oltrepò Pavese. Quale luogo allora è più adatto per questo museo che troviamo nei pressi del municipio e della Chiesa, dove ci accoglie un tempietto di piccole dimensioni e, al suo interno, una collezione di bottiglie antiche e di più recenti  etichettate dai produttori odierni di Volpara, tutte che raccontano la storia e la vita di questo vino. Non aspettiamoci un museo di grandi dimensioni ma ciò che si respira e si assaggia al suo interno è sicuramente di grande contenuto. Sappiamo tutti quanto il vino moscato e le sue derivazioni che spaziano dal liquoroso al passito, sia il giusto accompagnamento di dolci, dessert e anche di frutta. Una breve gita in valle Versa passando da Santa Maria della Versa, offre lo spunti stupendi per una visita, così come i paesi vicini di Golferenzo e Soriasco e Montecalvo Versiggia.

 

Zavattarello

Zavattarello, Castello dal Verme, Museo arte Contemporanea
Come al Museo di Arte Contemporanea all'interno del Castello di Montesegale, anche nel castello di Zavattarello possiamo beneficiare alla vista di molte opere che offre una completa visione del panorama d'Arte Contemporanea italiana. Le stanze del castello sono molte e purtroppo molte di queste sono spoglie, questo dovuto alla immensa stupidità dei soldati tedeschi che durante la resistenza partigiana della seconda guerra mondiale, li portò, durante la loro fuga, a bruciare le stanze del castello, risultato che quasi tutte le opere ed i mobili del castello andarono perduti. Questo è senza dubbio un modo più che dignitoso di valorizzare l'arte contemporanea immersi in luogo di altri tempi. Nelle sale e lungo i corridoi che corrono lungo il perimetro interno del castello, troviamo le opere di alcuni artisti famosi come, Gianfranco Rontani, Mimmo Rotella, lo scultore Rastelli e molti altri. Il castello è aperto tutti i weekend da primavera ad ottobre all'interno di altrettante manifestazioni culturali e di carattere medioevale, con l'apporto di molti appassionati vestiti di tutto punto in stile. Per altre notizia rimando al capitolo dedicato ai castelli.

Zavattarello, Magazzino dei Ricordi, museo d'arte, cultura e agricoltura
Il nome lo indica, un magazzino, un viaggio completamente immersi nella vita e nel lavoro artigianale dei nostri nonni, ricordi di ogni tipo in un luogo delizioso come quello di Zavattarello, un vero tuffo nostalgico che attira le genti di tutte le età. L'idea di questa associazione è venuta a Bruni Virgilio che appunto in questo magazzino, iniziò a raccogliere qualsiasi  attrezzo e, come un tam tam, gli abitanti del luogo iniziarono una vera e propria processione con il solo scopo di arricchire questo luogo. Il magazzino è diviso in tante piccole stanze, così si è riuscito a accomunare tutti questi attrezzi nelle tante attività lavorative e artigianali di allora, che in tanti casi si possono visualizzare come predecessori delle attività odierne. Nelle varie stanze troviamo la stanza del sarto, il negozio del barbiere, una scuola, il calzolaio, il fabbro, il falegname, il sarto, tutte ripiene di attrezzi da lavoro nelle sue varie forme e dimensioni. Il magazzino contiene anche fotografie e molte chicche davvero da scoprire. Tutto questo materiale è di notevole interesse anche per le attività didattiche per le scuole,  che ogni anno usufruiscono di questo luogo per ricerche e visite istruttive, non solo, le varie feste o sagre organizzate in Zavattarello usufruiscono del materiale che il magazzino può fornire, primo fra tutti per la realizzazione del Presepe Vivente. La visita a uno dei Borghi più Belli d'Italia, la visita al Castello e al museo di arte contemporanea al suo interno, e la visita al Magazzino dei Ricordi completano la giusta gita domenicale di qualsiasi  famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valli Curone Grue e Ossona

Comune
Alcune Note
Clip

Brignano-Frascata

Centro Documentazione della Val Curone

Casalnoceto

Museo del passato

Castellania

Centro Documentazione Coppi

Fabbrica Curone

Località Lunassi: Museo Contadino

Località Morigliassi: Museo Civilità Contadina

 

 

Tortona

Museo Orsi

Volpedo

Casa Museo Pelizza da Volpedo