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San Rocco
Della vita di San Rocco non si consoce molto. Comunque sia tutte le fonti confermano che il santo proveniva da famiglia nobile e proveniente dalla Francia. La date tradizionali che ne delineano la sua vita confermano nel 1295 la data di nascita e nel 1327 all'età di 32 anni la sua morte. Sicuramente è stato il più noto ed efficace guaritore di peste. Altro dato certo è da ricercare nel periodo vissuto dal Santo infestato da questa terribile epidemia, tanto che è invocato come protettore contro la peste ed è uno dei Santi più presenti nella cultura popolare, non a caso in Valle Staffora sono state costruite molte chiese dedicate al Santo e tutte ad invocare protezione. La Chiesa più importante in Oltrepò dedicata al Santo è quella di Voghera. Come dicevamo San Rocco era ricco ma, con la morte dei genitori, con l'eredità ricevuta diede sostegno ai poveri, ad ospedali e rinunciando a tutto vestendosi del solo saio.

San Bovo
La prima parte della sua vita è nel castello di Noyers nell'alta Provenza, tra giochi di scherma, caccia, tutto faceva sperare in un futuro da cavaliere provenzale, ma un particolare ha colpito il Santo, la profonda devozione alla preghiera che riuniva tutta la nobile famiglia nobile. Così giunta la sua maturazione partì dalla Provenza per diffondere la religione cristiana e combattere gli infedeli. Morì il 22 maggio 986 durante il ritorno da un pellegrinaggio da Roma di malaria. Si racconta che la sua tomba, sia stata dimenticata ma nei suoi pressi accadevano fatti strani come quelli di animali al pascolo che venivano presi da tremore e cadevano in terra morti e, dopo riesumazione, le ossa mandavano un soave profumo. Così gli venne data degna sepoltura dentro la chiesa che venne eretta nel secolo XII ed anche qui i miracoli continuavano e i ciechi riebbero la vista. Purtroppo le reliquie dovettero peregrinare per molto tempo prima di ritornare definitivamente a Voghera e riposare nel Duomo. Considerato il patrono di Voghera viene festeggiato il 22 maggio. E' considerato patrono degli animali domestici ed in particolare dei bovini.

San Colombano
Se dobbiamo dare una classifica di importanza il Santo irlandese è stato il personaggio che ha dato una svolta importante per l'Oltrepò Pavese e per le zone limitrofe. Oltre ad aver fondato, in giro per l'Europa, altri quattro monasteri di notevole importanza, ricevette nel 614, dal re longobardo Agilulfo e dalla regina Teodolinda, il permesso di costruirne il quinto a Bobbio. Non ebbe tanto tempo per vedere questo monastero crescere perchè un anno dopo morì e, nella cripta dell'Abbazia, riposano le sue spoglie. Il Santo fondò l'Ordine di San Colombano, denominato anche come Ordine Colombaniano. Caratteristica dei monaci era l'abito talare di lana bianca con il sole giallo sul petto.

Sant'Alberto e Frate Ave Maria
L'Eremo di Sant'Alberto di Butrio è legato al Santo dal quale ha preso il nome, uno dei luoghi di culto più importanti d'Oltrepò Pavese ma importante per il turismo religioso che porta molti visitatori tutti gli anni. Della vita del Santo si conosce molto poco ma, secondo la tradizione, visse in una grotta nella valletta del Rio Begna che dall'Eremo volge verso il paese di Moglie, luogo dove ora si trova una cappelletta. La tradizione continua con la donazione di una cappella, nel luogo dove oggi esiste l'Eremo e più esattamente la cappella al quale hanno dato il nome di Santa Maria, da parte del marchese Malaspina per aver fatto il miracolo sul figlio sordomuto.  Altro episodio legato al Santo vuole che, dopo aver celebrato messa senza aver osservato il digiuno, dovette andare dal Papa perchè si giustificasse, così per provare la sua innocenza trasformò l'acqua in vino. Il Santo tornò all'Eremo per poter continuare a pregare e professare la religione cristiana, fino alla sua morte nel 1703. Le sue spoglie sono conservate ancora oggi all'interno dell'Eremo. Legato in qualche modo al Santo e all'Eremo è la storia di Frate Ave Maria, diventato cieco a dodici anni a causa di colpo di fucile sparato accidentalmente da un suo compagno di giochi. Ospitato nell'istituto Don Orione e, a seguito diun periodo molto triste per la sua esistenza, divenne frate e la sua vita proseguì nell'Eremo di Sant'Alberto. Ancora oggi viene conservata la sua stanza così come era al momento della sua morte, con i vestiti di allora e i tanti libri scritti i Braille.

San Ponzo
San Ponzo nasce a Roma all'inizio del terzo secolo da nobile famiglia pagana nel periodo quando ormai i cristiani si stavano diventando numerosi influenzando le genti nella pratica religiosa.  Il Papa Ponziano gli amministra il Battesimo dandogli il nome di Ponzo. Il suo peregrinare per diffondere la fede cristiana, lo portò anche in Valle Staffora, anche per sfuggire alla persecuzione romana. Dapprima passò a  Fortunago, poi  in seguito in una località che oggi la individuiamo a San Ponzo, nel comune di Ponte Nizza lungo la Valle Staffora, nome a cui viene aggiunto il nome "Semola" dal torrentello che costeggia il borgo e si getta nel torrente Staffora. Per raggiungere il luogo dove esattamente visse Ponzo, bisogna percorrere una strada sterrata che parte appena fuori dell'abitato, luogo solitario dove vi erano alcune grotte scavate nella montagna. Le grotte sono state la sua diventando ora la "Grotta di San Ponzo", venerata dalla popolazione del luogo, ma anche meta di tanti fedeli provenienti dalle zone circostanti dell'Oltrepò. La sua storia terminò il 14 maggio, giorno che ancora oggi lo celebra, anno in cui  avvenne il martirio tramite decapitazione. Il teschio del Santo è conservato nella parrocchiale di Fortunago, dove San Ponzo è patrono, mentre il resto del corpo è nella pieve di San Ponzo Semola. A questa strana situazione  è legata una storia o leggenda, ma è comunque voce che si tramanda, che vuole il parroco di Montato Pavese, avuta la testa del santo, volesse portarla nella sua parrocchia; ma, giunto a Fortunago, essa diventò così pesante che non fu possibile proseguire, e il parroco dovette lasciarla lì.

San Contardo
San Contardo d'Este, giovane nobile della casata di Ferrara, diretto a Santiago di Compostela, moriva a Broni nel 1249 colpito da una grave malattia. Le sue spoglie vennero sepolte in un angolo della chiesa di S. Pietro, che si affaccia sulla piazza principale del paese, ma ben presto assunsero significato miracoloso e il nobile pellegrino venne beatificato, così per Broni si apre un capitolo nuovo della sua storia religiosa, il Santo lasciò la vita terrena ma rimase la sua testimonianza tanto da che la gente lo elesse patrono. Sono passati più di 700 anni ed oggi come allora il Santo viene ricordato ad agosto percorrendo la via Crucis che porta fino ad un piccola collinetta, in vista panoramica sulla città, dove risiede la Cappella di San Contardo,  luogo dove si dice abbia vissuto i suoi ultimi momenti.