Il percorso è in aggiornamento.
La possiamo definire come la Via del Sale per eccellenza, la madre di tutte le mulattiere che, nel corso dei secoli, si sono diramate lungo il suo tracciato che univa la Liguria del levante, in particolare Chiavari, dove esistevano le principali saline della repubblica di Genova, e il borgo di Varzi, punto di arrivo e centro commerciale di prima grandezza dei traffici fra il Mar Ligure e il Milanese.
Il termine ‘patranica” deriva da Patrania che fu un’antica abbazia benedettina fondata dai monaci di Bobbio e situata fra Montebruno e Torriglia, lungo la val Trebbia. Monastero che ormai non esiste più. L'abate di quest'ultima portava anche il titolo di abate di S. Maria di Patrania. la Via Patranica non era na sola ma tante vie che si intrecciavano l'un l'altra correndo lungo il crinale ed i monti, delle odierne Quattro Province.
Premesso che Genova e i porti adiacenti erano comunque e sempre le basi di partenza per i traffici commericiali, individuata poi la zona di origine di questa regione, possiamo considerare almeno due vie importanti che possiamo cosniderare come vie Patraniche. Le vie dal mare si portavano a Torriglia/Donetta, luoghi dove era posizionata la Abbazia. Facciamomente locale sulla conformazione del territorio (Quattro Province): da Torriglia e dal Monte Prelà nascono Trebbia e Scrivia che si gettano nel Po; nel mezzo si trovano molte valli e crinali. Detto questo una via scendeva in Val Trebbia passando naturalmnete per Bobbio dove si trova la già molte volte citata Abbazia di San Colombano. Questa via è chiamata anche "Caminus Januae". L'altra correva sui crinali del Monte Antola portandosi verso i paesi situati nelle altre valli secondarie. La via è conosciuta oggi come la Via del Sale o del Mare. Il ramo principale collegava Varzi al mare. Dal Passo del Penice percorre tutto il crinale fino al Monte Lesima. Da qui (Passo della Ritorta) si stacca una variante che scende a Ponte Organasco che si va ad unire alla Via del Gifalco e alle vie del sale che si spingono in Val Trebbia. Ritornando alla via principale si arriva al Passo del Giovà e a Capanne di Cosola dove troviamo la Via del Mare, quella segnalata. La seguiamo tutta fino a Pannesi/Case Cornua. Qui si stacca il rami che porta a Genova. Si rosegue sulla via del Mare oltrepassando il Passo Spinarola dove, ai piedi del Monte Fascia/Borgo, esattamente al Colle della Serra,si stacca il ramo che porta a San Colombano Certemoli e a Carasco dove si trova il Monastero di San Eufemiano di Graveglia. Luoghi che riportano ai benedettini di San Colombano. Riprendiamo il percorso che prosegue sulla Via del Mare fino alla Ruta e alle Pietre Strette dove la nostra via scende alla Abbazia di San Fruttuoso. Certo i mercanti non potevano scendere da qui, la via ancora oggi è molto stretta e turtuosa, una infinita serie di tornantini stretti. Quindi la via scendeva a Camogli.
Varzi fu il punto di arrivo e di partenza di infinite carovane che venivano e andavano verso il mare. L’importanza commerciale di questo borgo fu di primo piano per tutto il medioevo fino quasi ai giorni nostri.
Abbiamo detto della via principale ma, le vie patraniche, sono molte altre e mi riferisco alle tante vie di accesso i vari crinali. Possiamo poi tranquillamente usufruire delle indicazioni date con Le Altre Vie del Sale e visualizzare sulla mappa digitale, tutte le possibili vie.