Il percorso è in aggiornamento, per ora si possono visualizzare le tracce sulla mappa digitale; a presto i dati, video e foto.
Nel Medioevo erano chiamate vie romee le strade che i pellegrini percorrevano verso Roma, la città che costituiva una delle principale mete, con Gerusalemme e Santiago de Compostela, della Cristianità occidentale.
La penisola italiana, naturalmente, era interessata da una fitta rete di tracciati diretti a Roma, accogliendo, per mezzo delle vie che provenivano dall'Europa, i pellegrini stranieri.
Le vie Romee sono intrecciate tra loro ma hanno in comune il cammino verso Roma, un lungo pellegrinaggio, una fatica fuori dal comune, molti giorni lungo sentieri sia di fondo valle che lungo le dorsali dei monti a volte considerate più brevi ma più faticose, tappa dopo tappa, giorno dopo giorno, in gruppo, o solitari, armati di bisaccia, bordone, petaso e conchiglia, a raggiungere i vari rifugi, abbazie, pievi, ospitaletti, xenodochi, posti lungo il cammino.
Nel tratto della Via Francigena/Romea che porta dalla Pianura padana alla Toscana, si registravano diverse varianti di percorso che sfruttavano i vari valichi. Una di queste risaliva la val Trebbia e passando per Bobbio, arrivava al Valico del Fregarolo dove si portava in Val d'Aveto e raggiungere il Valico della Forcella e, seguendo la Valle dello Stura, arrivava a Chiavari.
Come indicato sul libretto "Antiche Mulattiere" di Guido Ferretti, la via, fin dai primi del 1600, era già chiamata "Strada Romea", mentre in giorni più vicini a noi era indicata come "Stada per Chiavari". Frequentata da commercianti e da pellegrini che da Bobbio, seguivano la via che portava a Roma.